giovedì 28 marzo 2013

nostalgia canaglia, panini di cena e cuddura ccu l'ova

non canto, non canto, non canto, non canto! Mi lastimo e basta sarà l'età...boh non saprei ma certe volte tornerei indietro di 30 anni, per guardare con occhi diversi il periodo in cui avevo 13_14  anni. Ora, voi non potete sentire il ciavuru che si sta sprigionando in casa mia adesso, e questo stesso profumo mi riporta indietro di tutti questi anni, quando ero una ragazzina. Il ciavuru è quello della Santa Pasqua messinese.
cuddura ccu l'ova e panini di cena. Questo è quello che racconta Wikipedia: "Il pane di cena (o panino di cena) è un tipo di pane dolce prodotto tipicamente nella Sicilia orientale, e in particolar modo a Messina, legato per tradizione ai rituali tipici del Giovedì Santo[1], ma ormai comunemente prodotto durante tutto l'anno."
La cuddura, tipicamente viene realizzata in più parti della Sicilia con una ricetta biscottosa. Io ho ricordi legati al panificio del mio quartiere che le faceva con l'impasto del panino di cena; figghioli ve lo devo dire,  addentando un panuzzo tornai indietro di trent'anni, chiudennu l'occhi c'eramo io, me frati Fabiolino, me matri Silvanedda e puru me patri, Ninuzzo. Ciavuru e sapore intensificano i ricordi lo disse Proust e lo sottoscrivo pure io. Buona Pasqua da me ca' fussi io.
per 4 cuddure e 3 panini di cena
poolish
150 g di farina Manitoba
120 g di acqua tiepida
un cucchiaino raso di zucchero
5 g di lievito
in una ciotola mettete la farina, lo zucchero e il lievito sbriciolato, versate poco alla volta l'acqua e impastate gli ingredienti con la punta delle dita. Otterrete un blob molliccio che coprirete con un canovaccio e porrete nel forno spento con la luce accesa per almeno mezz'ora.
Trascorsa la mezz'ora preparate questi ingredienti per l'impasto:
160 g di farina Manitoba
310 g di farina 00
220 g di acqua tiepida
70 g di zucchero
1/2 cucchiaino di un mix di spezie ( le vendono già mixate: cannella, zucchero a velo, pepe nero, coriandolo, noce moscata, rosmarino, vaniglia)
100 g di strutto
10 g di sale
un uovo
un cucchiaio di latte
semi di sesamo
4 uova sode
Nella planetaria ponete tutta la farina, lo zucchero, lo strutto a pezzetti, le spezie e il poolish. Azionate la macchina al minimo e cominciate a mescolare con il gancio. Unite l'acqua, poco alla volta e infine il sale, lasciate lavorare la macchina fino a quando l'impasto s'incorda attorno al gancio ma non del tutto perché rimarrà umido e appiccicato alle pareti del bicchiere dell'impastatrice. Infarinate il piano di lavoro, versate l'impasto e, con una spolverata di farina, stendetelo leggermente, ripiegatelo e ponetelo in forno spento con la luce accesa fino al raddoppio. Dopo la lievitazione rimettete l'impasto sulla spianatoia infarinata, allargatelo con la punta delle dita e poi tirate un lembo verso l'alto e ripiegatelo verso il centro, fate lo stesso con i tre lati rimasti, girate le piegature verso il basso e fate lievitare coperto, ancora mezz'ora. Tagliate 7 porzioni di impasto da circa 150 g l'uno, vi resterà un pezzetto di impasto, dividerete in 8 pezzetti arrotolateli realizzando dei salsicciotti che fermeranno le uova. Sbattete l'uovo con il latte, con un pennello spennellate il panetto, incrociate i salsicciotti sull'uovo sodo, spennellate anche questi e poi spargete con i semi di sesamo. Su gli altri panuzzi realizzate un taglio al centro dopo averli schiacciati leggermente poneteli su una teglia foderata con carta forno, fate riposare ancora un quarto d'ora e poi infornate in forno caldo a 200°C per circa 20 minuti.


lunedì 25 marzo 2013

certo che due gocce di pioggia ci volevano


Oggi, 25 marzo pioggia a tinchitè, ieri sole da schiattare tanto che mi sono munita di crema solare protezione 50 (ciMManta) perché si sa che il sole fa male alla pelle ancor di più dopo i quarant'anni e poi si dice che nei mesi con la R (marzo, aprile, settembre, ottobre) è più dannoso...è vero o è solo una diceria? Non lo so ma per una mano, considerando che i 40 li ho passati, mi proteggo ben bene quando c'è il sole. Già quando c'è perché il sole, anche in Sicilia, c'è stato pochissimo, qualche apparizione di mezza giornata in alternativa abbiamo avuto freddo e pioggia. In questi casi, e sono stati tantissimi, mi consolo come posso...


 
Torta alla Nutella
per 8 persone
preparazione 20 minuti
cottura 40 minuti
ingredienti:
220 g di farina 00
8 g di lievito 
un pizzico di sale
160 g di burro morbidi
115 g di zucchero semolato
4 uova
200 g di Nutella
500 ml di panna fresca 
25 g di zucchero a velo
scaldate il forno a 170°C , imburrate e infarinate una teglia da 26 cm di diametro. Sbattete il burro con lo zucchero fino a ottenere una crema liscia, unite un uovo alla volta, il sale e poi la farina setacciata con il lievito. Sempre sbattendo unite in due volte 250 ml di panna alternando con la Nutella. Versate dentro la teglia e infornate per 40 minuti circa. Per la cottura vi consiglio, come sempre, di fidarvi della conoscenza del vostro forno. Fate la prova stecchino per verificare la cottura, lasciate l'interno leggermente umido e poi sfornate. Fate raffreddare pochi minuti dentro il contenitore, sformate e fate raffreddare su una griglia per pasticceria. Semimontate la panna rimasta con lo zucchero a velo e distribuitela grossolanamente sulla torta aiutandovi con una spatola lunga.
con questa torta partecipo alla raccolta di Sonia, Oggi pane e salame, domani... dal titolo "Voglia di torte"



lunedì 18 marzo 2013

il piacere della pizza cotta su pietra

e non vi cuntu farfanterie, non vi parlo di quella surgelata della pubblicità e non possiedo un forno a legna ma uno a gas e l'haju da quando mi maritai. Un forno da 60 cm, che cuoce più da un lato che dall'altro ma che gli volete dire? 16 anni di onorato servizio, senza mai dire né ah né bah, iddu travagghia senza sosta da sempre, estate e inverno come un mulo ma la pizza, mischineddu d'iddu non ci veni bona. Il segreto di una buona pizza non è uno solo, ci sono diversi fattori che concorrono alla buona riuscita, uno di sicuro è il forno, infatti un buon impasto, da solo, non riesce ad essere una garanzia. Devo dire, però, che da quando uso il pizza stone la musica è cambiata e di molto. Basta seguire alcuni piccoli accorgimenti e la pizza sembrerà sfornata da un forno di pizzeria.
Pigghiate un pizzinu...
Io ho usato un impasto molto semplice: ho messo nel bicchiere dell'impastatrice 400 g di farina manitoba, 100 g di semola di rimacinato, 15 g di lievito di birra fresco sbriciolato e un cucchiaino di zucchero, ho fatto andare la macchina al minimo per mescolare, ho unito 260 g di acqua tiepida, due cucchiai di olio extra vergine d'oliva e 10 g di sale. Quando l'impasto si è incordato nel gancio della macchina staccandosi dalle pareti del bicchiere, ho spolverato con della farina di rimacinato il piano di lavoro e lavorato a mano per qualche minuto. Ho riposto tutto nel  bicchiere e poi nel forno spento sotto la luce accesa a lievitare per circa 4 ore. La seconda fase è stata quella di rimaneggiare la pasta sul piano di lavoro, sgonfiandola e dividendola in due parti, ho posizionato le pezzature sul pizza stone ben infarinato e messo ancora una volta nel forno spento con la luce accesa per ancora un'ora.
I passi successivi sono, anch'essi molto semplici ma indispensabili per una buona cottura; accendete il forno alla massima potenza e portatelo a temperatura con il pizza stone ben infarinato e posto nella parte bassa del forno. Le pezzature di impasto dovranno essere pronte sul piano di lavoro infarinato; stendetene uno con le dita o con il matterello e poi provate a girare l 'impasto sui pugni come fanno i piazzaioli, provateci. Stendete l'impasto su una pala per pizze ben infarinato, condite con salsa di pomodoro, aprite il forno e, con un gesto deciso, fate scivolare la pizza dalla pala al pizza stone. Cuocete per circa 10 minuti, vedrete che la pizza comincerà a gonfiarsi sul bordo come in pizzeria, tirate fuori la griglia su cui è poggiata la pietra e condite con mozzarella e formaggi vari, fate voi seguendo i vostri gusti, rinfornate per ancora qualche minuto e voilà, il gioco è fatto. Croccante e morbida al punto giusto manco fussimu in pizzeria, tagliate la pizza, senza paura, direttamente sul pizza stone, è progettato anche per questo.

giovedì 14 marzo 2013

Mi stai diludendo


Claudia, MI STAI DILUDENDO! Mi arrivano telefonate di sulenni cazziatuni, lo so, tra un post e l'altro passa tanto tempo. Non ce la faccio a pubblicare con cadenze precise. In genere pubblico pubblicavo un post ogni due giorni ma da dicembre sono veramente, ma veramente intrecciata in un paio di cosette interessanti: una non posso ancora svelarla, l'altra la vedete nel caos del mio tavolo da pranzo. Sapete che adoro preparare dolci e torte, con la moda della pasta di zucchero che ha 'nnigghiatu menzu munnu, mi sono adeguata alla richiesta di granni e picciriddi, quindi è un delirio di torte decorate sempre più complicate, manco a dirlo. Faccio pratica comprando sempre prodotti nuovi dall'infaticabile Roberto che gestisce Hobby Dolce a Palermo. Mischineddu, fa di tutto per soddisfare ogni richiesta di attrezzi, materiale e supporti vari dispensando consigli e ricette a chiunque si presenti nel suo negozio. Insomma in definitiva si sa che sono i ferri fanno il mastro. Tornando al discorso, vi dicevo delle torte, ho iniziato a Febbraio con la torta Ghibson guitar, la torta castello delle principesse, e una torta di laurea. Adesso sto preparando la torta per un'altra laurea con tesi sul cinema. Insomma sugnu misa 'o travagghio non sto mica qui a pettinar le bambole e nemmeno a smacchiare i giaguari. Vogliatemi bene.
Cla
torta Gibson guitar
torta delle principesse per Angelica 
torta di laurea dottoressa Veronica 

sabato 9 marzo 2013

TASTE FIRENZE

Fiorentini! Toscani tutti AMME'!
dal 9 all'11 marzo andate alla Stazione Leopolda a Firenze e immergetevi nel favoloso Taste
Ci sarò anch'io, beh, non fisicamente picchì devo badare 'a picciridda, ma con una ricetta sarò lì. Vi cuntu che fici.
 Sono stata coinvolta da Simone Sabaini, il produttore di Cioccolato di Modica Sabadì, in un progetto che rende complici il mondo del design con quello del cibo. Mizzica, mi sono detta, che cosa interessante da proporre a un architetto che si occupa di cibo, tanto interessante che mi chiesi in che veste mi si richiedeva il contributo [...].  In definitiva il mio progetto prevedeva l'elaborazione di una ricetta inedita che coinvolgesse il Cioccolato di Modica Sabadì con il Siccagno, un nero d'Avola della produzione di Arianna Occhipinti. Dopo di ciò il giovane designer Andren avrebbe dovuto illustrarla. Ebbene, tutto ciò è avvenuto, che cosa aspettate? Andate a vedere di persona pirsonalmente, ben otto foodblogger e 16 designer in mostra a Firenze!

La ricetta la trovate QUI insieme all'illustrazione di Andren. Io, nel mio piccolo vi lascio qualche scatto della ricetta. Oh, raccontatemi qualcosa quando ci andrete, siate gli occhi miei.
*_*





mercoledì 6 marzo 2013

marzo_pazzo!

...ma nemmeno febbraio scherzò, di gennaio potremmo omettere qualunque commento. Mi sembra di essere in un'altra regione che non è la mia. Ci invidiavano tutti per il clima, il sole, il mare d'inverno...ma, mi pari a mmia ,che ci stiamo trasformando in una regione marziana. Oramà chi arriva nell'Isola trova malutempu e voli puru cuntu e ragiuni. Ma come, dicono, lascio la pioggia al noDD e trovo la pioggia nell'Isola del Sole? E il vento? E la grandine e la fuligine dell'Etna? A Messina, 'na matina, si svigghiaru chi era tuttu nivuru di cenere del vulcano, che si trova a 130 km di distanza; direte voi, in linea D'ARIA più vicino è...in effetti, ma non oso immaginare Catania come doveva essere. Invece al nodd era tutto bianco per la neve. Nuje simmu ro sudd, nuje simmu curti e niri diceva una canzone napoletana, ah verità!
Mi veGGogno a diLLo di comu semu cumminati! Per non di meno a ciò, chiusa, 'nserrata dintra a me casa, ho preparato questa tortina per ben tre ordini di motivi che vado a elencare (assittatevi)
1) ero invitata, ergo un dolcino volevo portare
2) desideravo un posto caldo, meglio del forno cosa? Nemmeno i radiatori...
3) volevo fare un dolce che, ho compreso solo dopo aver sgusciato le uova e averle mischiate allo zucchero, non potevo materialmente realizzare picchì va servito caldo, sugnu pure stunata!
E cheCChè! Mi sono detta -e ora?-
Certo lo so, mischiare solo 4 uova e 200 g di zucchero fesseria è, ma dovevo bilanciare.
la foto fa schifo come il tempo, ma a furia di tampasiare tutto il giorno si fece buio e la foto è fatta con il cellulare dentro casa...inorridisco ma dovevate farvi un'idea, portate pazienza e vogliatemi bene anche se la foto fa piangere in turcomanno, anche se è molto calorica per buona pace della mia nutrizionista: AnnaRita perdonami
Amunì, pigghiate un pizzino. (mi chiedo con il traslate i giappunisi come traducono pizzinu ? Ah certo, tanto i giappunisi 'cca non ci venunu ahahahah)
4 uova
200 g di zucchero
200 g di burro
150 g di cioccolato fondente
la scorza di un'arancia
un cucchiaio di Gran Marnier
un cucchiaino di essenza di vaniglia
70 g di amido di mais
8 g di lievito per dolci
100 g di noci pecan sgusciate e tritate a com'è gghiè, grossolanamente
12 noci pecan gusciate e divise a metà nel senso della lunghezza.
per la glassa
200 g cioccolato fondente di copertura tritato
100 ml di panna fresca
 mariamariamariamaria che schifiu di fotu chi fici, che vergogna...

niè, tritate il cioccolato e ponetelo dentro una ciotola resistente al calore, dentro un pentolino con poca acqua e scioglietelo a bagno maria, a fuoco lento; aggiungente poco per volta, il burro  a pezzetti e mescolate con una frusta a fili. Sbattete le uova con lo zucchero, usate la planetaria o un frullino elettrico e montatele per triplicatele di volume. unite l'amido setacciato con il lievito mescolando con un cucchiaio di legno, in ultimo  aggiungete le noci tritate e il cioccolato fuso tiepido. Versate in una teglia dai bordi alti da 20 cm di diametro imburrata e foderata con carta forno e infornate in forno caldo a 160°C cuocete per circa 40 minuti, fate attenzione alla cottura, quando fate la prova stecchino questo ne deve uscire umido. Dopo la cottura aspettate almeno un quarto d'ora prima di sformarlo, è delicato. Preparate la glassa portando a bollore la panna, versatela sul cioccolato tritato finemente e mescolate per scioglierlo tutto, fate raffreddare fino alla consistenza desiderata, deve essere spalmabile. Distribuitela sul dolce posto su una gratella per dolci e decorate con le noci rimaste a corona o come più vi piace.



venerdì 1 marzo 2013

a me piace piccantO

Ho ricevuto alcuni rimproveri per la mia assenza da queste pagine, alcune mie amiche mi telefonarono leggermente alterate ma con il sorriso sulle labbra, lo sentivo che erano rimproveri fatti con il cuore di chi mi vuole bene.
-Ma chi facisti? Qua il piatto piange!-
Ahahahahah e lo so, sono parecchio indaffarata e il blog è stato trascurato, ma per non di meno a ciò qua sono con una pasta rubata al Sale & Pepe di febbraio 2013, che a sua volta ha rubato alla tradizione calabrese. Alla fine è sempre il solito magna_magna generale ahahahahah. Buonissima ma veramente buona per gli amanti del piccante. Il peperoncino qua la fa da padrone quindi quelli che non gradiscono devono girare alla larga. L'ingrediente principe in questa ricetta è la 'nduja, un salume calabrese morbido, veramente molto buono ma piccantissimo. E in questo frangente non posso che chiamare in causa i miei amici Nuccio e Agostina che calabresi sono :D
Se non avete quella rivista vi lascio qui i miei appunti
rigatoni con (patate e) pesto di 'nduja
solo che io mi scuddai i patati.
per 4 cristiani
320 g di rigatoni
30 g di 'nduja
50 g di mandorle sbucciate
40 g di pomodori secchi sott'olio

un mazzetto di basilico
olio extra vergine d'oliva
frullate le mandorle con i pomodori sgocciolati dall'olio di conservazione, aggiungete la 'nduja privata del budello, il basilico e l'olio, tanto quanto serve a fluidificare circa 8 cucchiai. Versate il composto in una terrina capiente. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata (con 200 g di patate tagliate a cubetti se volete fare la ricetta di S&P) scolatela al dente e versatela dentro la terrina fluidificando, a vostro piacimento, con dell'acqua di cottura della pasta.