domenica 18 ottobre 2015

Carriamu!


E' tempo oramà di caminare sula. Dopo ott'anni siamo cresciuti, il blog e io. Recentemente, sempre più tanti mi hanno chiesto di essere "responsive" che chiaro chiaro non è manco ppì mmia. E così, i tecnici del gruppo mi hanno preparato un ambiente tutto mio e anche "up to date"  vale a dire, allicchittato per l'evenienza.
Dunque, macari se 'n'anticchiedda in ritardo mi carrio le cosicedde mie sulla nuova piattaforma WP e chi ha voglia e tempo di venirmi a trovare, la nuova putìa (senza numero civico) è al seguente indirizzo.


Salutamu e ringraziamu a tutti i naviganti che s'attruvaru a passare anche per poco da qui.

sabato 10 ottobre 2015

sgombro o maccarello sempre pisci azzurro è


Ancora pesce?
Embè? Il pesce fa bene ed è pure buono!
Questo è ancora più facile da fare, penso a tutte le persone che conosco che mi chiedono consigli su come cucinare il pesce: e tu come lo fai? Niente di complicato, il pesce è cosa preziosa, va cotto poco e in modo semplice, almeno io la penso accussì. Io lo faccio facile facile come m'inzignò me matri.
Chistu è un modo esageratamente semplice per cuocerlo; in 10 minuti netti è pronto, anche meno se il pesce non è grosso. Io ci metto due o più rotelle di limone anche se qualcuno ne sconsiglia l'uso perché l'agrume trasferisce un non so ché di amaro al pesce... mi chiedo, ma che limoni tastate? E va beh! Faciti come vuliti, io ve lo dissi.
Oh! tornando a noi, in questo modo faccio tutto il pesce intero che trovo, in effetti non è una ricetta vera e propria, prendetelo come un consiglio, un suggerimento per chi, come me, si vuole togliere lo sfizio di manciarisi un pesciolino buono buono.
'Sta vota accattai lo sgombro. Pesce azzurro favoloso, beddu puru da vedere, striato di blu e nero, praticamente senza squame, ricco di omega 3 etc etc, è buonissimo ma per carità, non fatelo lesso diventa stopposo e si trasforma in un piatto tristissimo e noi siamo gente allegra, giusto?
Ordunque, accattati un pisciceddu a testa, macari ve lo fate eviscerare dal pescivendolo, se siete deboli di stomaco, lavatelo  velocemente sotto l'acqua corrente e, se volete, tagliate le pinne. Asciugatelo con della carta assorbente, ponetelo in un tegame ovale, munito di coperchio, e cuocetelo con quello che avete dintra. Io, per un pesce, ci misi 100 g di zucca tagliata a dadini (è autunno, quindi ci sta come il cacio sui maccheroni), 4 pomodorini tipo Piccadilly (residui dell'estate), tagliati a rondelle, due cucchiai di ceci cotti in precedenza, un cucchiaio d'olio, due rondelle di limone, sale, pepe, prezzemolo intero e un paio di cucchiai d'acqua. Ho chiuso il coperchio e ho fatto cuocere dieci minuti, ci vitti l'occhio che era a pampinedda, ho spento e ho verificato la cottura interna, perfetta! Morbido e di una bontà disarmante e un suchetto per bagnarisi 'u panuzzu.
E' più dirlo che farlo.



martedì 29 settembre 2015

arrotolato di spatola e calamaro chinu


aiutami a dire facile e leggero picchì di questo trattasi. La spatola è un pesce favoloso, se lo mangiano puru i picciriddi perché è senza spine, i calamari va da sé che calano soli soli, se poi li tagli a rondelle... che te lo dico a fare?  In un battibaleno ho il secondo pronto senza se e senza ma. 

preparazione: 15 minuti
cottura 15 minuti circa
per 4 cristiani:
260 g di filetti di spatola 
4 calamari medi eviscerati e puliti
100 g di mollica di pane secco
30 g di parmigiano grattugiato con una grattugia a fori grossi
pepe nero 
prezzemolo tritato
olio extra vergine d'oliva
mezzo bicchierino di vino bianco secco
8 g di pinoli tostati
8 g di capperi dissalati e tritati
sale
Tagliate i filetti a strisce alte circa 1-2 cm; mescolate la mollica con il parmigiano,  il prezzemolo, i pinoli, i capperi, il pepe e il sale se necessario e un cucchiaio di olio. Stendete i filetti di spatola su un tagliare, distribuite la panatura, arrotolate stretto e fermate con uno stecchino. Amalgamate alla panatura i tentacoli dei calamari tritati finente e riempite i calamari senza pressare troppo, fermate con uno stecchino l'imboccatura e poneteli, insieme ai rotoli di spatola, dentro una teglia, irrorate con un filo d'olio e con il vino. Infornate a 160°C per circa 15 minuti o fino a quando vi sembreranno cotti. Per la cottura fidatevi solo della conoscenza del vostro elettrodomestico.

martedì 22 settembre 2015

otto


Ridendo e scherzando il 4 settembre la creatura bloggesca fici ott'anni. Tra il sacro e il profano il giorno della santuzza del 2007, qua s'incominciava a mettere le mani in pasta intraprendendo un percorso che mi pareva di fuoddi, Io ce lo dissi a Roberta, l'amica mia che aprì il blog a mia insaputa; non ci mettiamo mano e lasciamo tutto com'è.
Pensavo, da buona siciliana, che lasciare tutto esattamente com'è è molto più facile, non ci devi mettere la faccia, resti nell'anonimato, ti confondi con la massa e tutto scorre esattamente come nulla fosse, senza fatica. Al sud la fatica pesa, è un fardello che ti porti sulle spalle per tutto il santo giorno, non per niente al pomeriggio ci facciamo un pisolino, mangiamo tardi e facemu tutto con il suo tempo (ma suo di chi poi?Boh!).E invece le mani in pasta ce le ho messe insieme con la faccia, con i pro e i contro ho intrapreso il cambiamento; cosa assai difficile per chi, gattopardescamente, lascia tutto tale e quale.
Questa torta l'ho copiata da qui ma considerando che la ricetta originale non mi si confaceva totalmente ho cambiato, è il caso di dire, alcune cose.

300 g di farina
60 g di cacao amaro
18 g di lievito
200 g di zucchero di canna
225 g di burro morbido tagliato a dadini
una tazza di latte 125 g
1/2 cucchiaino di sale
4 uova
2 albumi
1 bacca di vaniglia
procuratevi due teglie apribili da 24 cm di diametro, imburratele, infarinatele e mettetele da parte Accendete il forno a 160°C e procedete alla preparazione della torta. In una ciotola sbattete leggermente le uova con gli albumi, i semi della vaniglia e mezza tazza di latte. Nel mixer setacciate la farina con il lievito e il cacao. Aggiungete lo zucchero e il sale, montate le fruste e fate partire la macchina per amalgamare gli ingredienti, aggiungete il burro e il latte rimasto, sbattete per 4 minuti a velocità media. Aggiungete 1/3 del composto di uova e latte e mescolate sempre bene prima di aggiungere l'alro terzo di mistura dopo due minuti di attività della macchina. Infine unite l'ultimo terzo di composto di uova e amalgamate bene. Dividete l'impasto nelle due teglie, livellate e infornate per circa 30 minuti. Per la cottura affidatevi alla conoscenza del vostro forno. Fate la prova stecchino prima di sfornare e fate raffreddare. Sformate e ponete su una griglia per raffreddare completamente.

Glassa al mascarpone adattato da un manuale di Martha Stewart.
450 g di cioccolato fondente
30 g di cacao amaro
6 cucchiai di acqua bollente
300 g di burro ba temperatura ambiente
1 tazza di mascarpone circa 115 g
40 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
Mescolate l'acqua bollente al cacao, per evitare di ottenere dei grumi e fate raffreddare. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria e fate raffreddare per almeno mezz'ora. Sbatette lo zucchero con il burro nel mixer per 4 minuti. Aggiungete il mascarpone e il cacao sciolto nell'acqua. Unite il cioccolato e continuate a sbattere. Passate in frigo per circa 15 minuti prima di montare la torta.
Ponete il primo disco di torta su un piatto da portata della stessa misura della torta, magari di cartone. Racchiudete la torta in un ring per pasticceria e procedete con lo strato di crema al mascarpone e cioccolato, ponete l'altro disco e passate in frigo un'ora. Trascorso questo tempo eliminate il ring e procedete con la glassatura della torta. Se la grassa si fosse indurita troppo potete farla rinvenire a temperatura ambiente montandola con delle fruste elettriche.

martedì 15 settembre 2015

cambia_farine


Il cambia_farine prevede una inversione di tendenza, proseguo dunque, con una carrellata di cose strane. Oggi mi sfirnicio col miscelare farine diverse dalle solite avvelenate; lungi da me fare la catastrofista ma con l'aumentare delle intolleranze mi faccio una domanda e mi do una risposta. Cosa che ognuno di noi dovrebbe fare, passarsi una mano sulla coscienza.

Pane con farina integrale e amaranto.
300 g di farina integrale senatore Cappelli
50 g di farina di amaranto
100 g semola di rimacinato
un cucchiaio di miele
un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva
5 g di lievito di birra
10 g di sale
250 ml di acqua tiepida (circa)
per la finitura
un cucchiaio di acqua
qualche goccia di olio extra vergine d'oliva
un cucchiaino di semi di lino
impastate le farine con il lievito sbriciolato e il miele, aggiungete poco per volta l'acqua tiepida, il sale e l'olio. Se usate l'impastatrice, quando l'impasto incorda attorno al gancio spegnete la macchina e ponete la massa sulla spianatoia leggermente infarinata, allargatela, schiacciandola leggermente, e fate delle pieghe prendendo un lembo superiore e ponendolo verso il centro, girando l'impasto ogni volta. Girate al contrario la massa, con le pieghe verso il basso, ponetela in una ciotola e fate lievitare per circa un'ora nel forno spento con la luce accesa. Trascorso il tempo prendete l'impasto, sgonfiatelo e ripiegatelo verso il basso, poggiatelo su una teglia o sul piatto della pentola del pane infarinata se l'avete, effettuate dei tagli, spennellate con una miscela di acqua e olio, distribuite i semi di lino e una spolverata di semola di rimacinato, coprite con la cloche, e fate lievitare un'ora e mezza sempre nel forno spento con la luce accesa. Tirate fuori dal forno la "le pain" accendete il forno a una temperatura pari a 230°C, e infornate per circa 40-45 minuti. Per la cottura, in generale, basatevi sulla conoscenza del vostro elettrodomestico. Se non avete la pentola per il pane in ceramica smaltata, potete usare una pentola in alluminio oppure cuocete su una teglia modificando la temperatura e inserendo una piccola teglia con dell'acqua.

mercoledì 9 settembre 2015

cose strane ma non troppo

Più di una persona mi disse che uso ingredienti strani, con rispetto parlando, ammia non mi pare, ma tant'è che dai il primo, dai il secondo e dai il terzo cristiano mi cuntò la stessa sonata: si ma tu usi cosi strani, difficili da trovare...
Ma state dicendo vero? Da quando c'è 'sto blog e vado scaminiando in rete, ne leggo di cotte e di crude, e di cosuzze strane da trovare ci nni sunnu talmente tante che manco io l'attruvai...
Va beh, lo confesso! E' una malatia che acchiappa tutti (o quasi tutti) quelli che gestiscono un blog di cucina, oltre al bisogno viscerale di trovare la "caccavella" che fa potrebbe fare al caso in qualche foto (leggi props o accessori di scena) nasce spontaneo, graduale e assolutamente inavvertito, quello di trovare tutte le spezie del mondo, il the stratosferico, magari quello verde che fa tanto figo, il riso ciavurusu dal chicco lungo, la farina buona, quella prodotta da frumento non modificato geneticamente e magari siciliana che è meglio, il formaggio stagionato in una fossa o quello ubriaco e chi più ne ha più ne metta. In questi otto anni ne ho lette "di ogni" alcune cose le truvai, altre no, almeno non ancora...
Questa ricetta nasce da qui ma poi pigliò una 'piega al curry' perché, alle volte, capita di non avere voglia di seguire pedissequamente una ricetta vuoi picchì non hai gli ingredienti, vuoi picchì ti siddia di andarli a cercare. Ecco!

Pollo speziato, quinoa e sesamo
per due cristiani
difficoltà: facile
preparazione: 20 minuti più il riposo della marinata
cottura: 30 minuti
Marinata
300 g pollo tagliato a tocchetti
un cucchiaino di curcuma
un cucchiaino di curry
sale e pepe
un pezzetto di zenzero grattugiato
20 g di olio extra vergine d'oliva
In una ciotola mescolate tutti gli ingredienti e fate riposare per un paio d'ore in frigo.
Preparate il brodo che vi servirà per la salsa al limone con
400 ml di acqua
una carota
una costa di sedano
una cipolla
sale
Ponete in un pentolino l'acqua, la carota tagliata a metà e poi a quarti, la costa di sedano a filetti e la cipolla a rondelle, salate e cuocete per circa 20 minuti.
per la cottura
il succo di un limone
un cucchiaio raso di amido di mais
un cucchiaio di miele
il brodo ristretto a 70 g
un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva.
70 g di quinoa
una manciata di cimino sesamo
Scolate il brodo, rimettete il pentolino sul fuoco pieno d'acqua con le stesse verdure che vi sono servite per ottenere il brodo. Portate a bollore, salate e unite la quinoa, lavata sotto l'acqua corrente dentro un colino. Cuocete per venti minuti e scolate mantenendo anche le verdure.
In una ciotola mescolate con una forchetta o una frusta manuale, il succo di limone, il miele e l'amido setacciato, stemperate con il brodo e mettete da parte.
In un wok ponete l'olio, dopo pochi minuti aggiungete il pollo con la marinata, mescolate e poi aggiungete la salsa al limone, portate a cottura, vi occorreranno circa 10 minuti a fuoco leggero, aggiungete la quinoa con le verdure, mescolate e servite con qualche foglia di salvia spezzettata o intera e il sesamo.





lunedì 7 settembre 2015

nordici pacchetti di pasta phyllo


Quando si dice "Unità d'Italia" voi che pensate? Certo lo so, pensate al Risorgimento, agli Ideali Nazionalisti, all'Indipendenza, a Garibaldi e a quei Mille, niè non possiamo risolvere in due parole, ci dovremmo assittari per dissertare di storia, filosofia, politica, geografia, di Amor Patrio e molto altro ancora. E va beh, lasciatemi dire, prosaicamente, che l'unità d'Italia si fa anche unendo vite da nord a sud e da est a ovest lasciando indietro, anni luce, inutili campanilismi e ottusi federalismi. Io, nel mio piccolo, trasporto l'idea di unione anche a tavola, allargo il mio campo visivo e gustativo verso lidi lontani che cuntano di Trentino, mele, speck, e montagne viste da qui, da Palermo.
difficoltà: facile
preparazione: 20 minuti
cottura: 20 minuti
per 4 cristiani:
4 fogli di pasta phyllo 120 g
una mela rossa e dura
100 g di speck tagliato sottile sottile
un tuorlo
30 g di parmigiano grattugiato
150 g di formaggio cremoso 
burro fuso per spennellare
sale e pepe
Con le fruste montate il formaggio con il tuorlo e il parmigiano, aggiustate di sale se necessario e pepate, ponete dentro un sac-a-poche e poi in frigo a rassodare. Trascorsa almeno un'ora di riposo, tagliate a metà un foglio di pasta phyllo, stendetelo sulla spianatoia e spennellatelo con il burro fuso, tirate fuori dal frigo il sac-a-poche, tagliatene la punta e a tre cm circa e distribuite una striscia alla base della metà del foglio, disponete due fettine di mela precedentemente sbucciata e avvolta in un fettina di speck. Richiudete i lembi di destra e sinistra e arrotolate spennellando sempre con il burro. Infornate in forno caldo a 200°C per circa 15 minuti o fino a quando saranno dorati, sfornare e servire tiepidi o freddi.


lunedì 31 agosto 2015

facili bicchierini



I toni agrumati del pompelmo rosa smorzano, alleggeriscono, amalgamano e sgrassano il sapore dell'insieme... forse e se mai ce ne fosse bisogno. Mi do un tono perché le innumerevoli trasmissioni televisive che si susseguono senza tregua sul cibo mi insegnarono un sacco di cose ma di altre vado ancora alla fimminina picchì non sempre le capisco, e va beh, che sarà mai? Certo, parranu tra iddi e si capisciunu dando per scontato che tutti l'autri comprendano come loro. Io dove arrivo metto un punto esattamente come il punto fermo di questi bicchieri che aprirono una cenetta a lume di candele.

Bicchierini di tonno affumicato
Per 4 cristiani:
tempo di preparazione: 30 minuti
tempo di cottura: un’ora
difficoltà: facile
per la marinata:
1 spicchio d’aglio
Il succo di mezzo limone
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
q.b. barbe di finocchio
Un cucchiaino di pepe rosa
2 cucchiai di Grand Marnier
Per i bicchierini:
300 g di patate rosse
1 cuore di sedano
100 g di tonno affumicato a fettine
1 pompelmo rosa
150 g di panna acida
Lessate le patate, scolatele, tagliatele a cubetti e mettete da parte in una ciotolina.
Pelate a vivo il pompelmo, raccogliete il succo che altrimenti si perderebbe e mettetelo da parte. Tagliate a dadini la polpa del pompelmo.
Preparate la marinata mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola compreso il succo raccolto dalla pelatura a vivo del pompelmo, sbattete con una forchetta per emulsionare. Tagliate a pezzetti piccoli il tonno e ponetelo dentro la ciotola, mescolate, coprite con un foglio di pellicola e ponete in frigo per un’ora.

Tritate il sedano lasciando per la decorazione 4 foglie e mettete da parte.
Preparate i bicchierini suddividendo la panna acida sul fondo, le patate, il pompelmo, il sedano e il tonno con la marinata. Decorate, se volete, con le foglie di sedano e qualche barba di finocchio. 
Potete preparare questo antipasto anche un paio d'ore prima e tenerlo in frigo, abbiate l'accortezza di tirarlo fuori in tempo per servirlo non troppo freddo.



mercoledì 26 agosto 2015

una mousse che toglie la facoltà di parola

Invitata ero, una bella riunione di famiglia, un pranzo luculliano che s'aspetta un finale strepitoso. Per me il cioccolato è il re dei fine pasto, per carità, certo non sempre, dipende dalla base del pasto ma 'sta vota ci stava perfetto! 
Siccome fa un caldo micidiale ho pensato, genio, di realizzare una cosa fresca ma non ghiacciata. Avevo adocchiato un dolcino nel libro di Donna Hay sul cioccolato. La torta in questione è a pagina 71, ha subito qualche piccola variazione sulla base morbida, sulla consistenza della mousse e sulla decorazione. Potreste pensare che non è quella torta ma ci somiglia assai e da lì partii, è quindi più che giusto e doveroso dirlo. Durante la realizzazione, cominciata il giorno prima, trasìa nel panico perché la mousse rimaneva molto morbida; mi sto disintossicando dalla colla di pesce e sto smanettando con l'agar agar, inzertare la giusta quantità non è propriamente un gioco da ragazzi, anche perché entrano in gioco diversi fattori, ma datemi tempo. Comunque sapete come finiu? Ho passato la torta in freezer un'ora prima di servire e la consistenza rimase perfetta ma mi scantai assai di fare una mala fiura. Quando la mia forchetta ha affondato i rebbi nei tre strati mi sono rilassata, morbida ma non sfatta, all'assaggio per poco non mi mancò la palora

Difficoltà: media
preparazione: 2 ore
cottura: 20 minuti
preparatela il giorno prima, avrà tutto il tempo di riposare in frigo

per la base di pan di spagna
50 g di farina
2 uova
55 g di zucchero di canna
e, non siete pratici con la realizzazione del pan di spagna, utilizzate 1/8 di cucchiaino di lievito ma se seguite le istruzioni, state certi che non vi servirà.

Scaldate il forno a 180°C
setacciate tre volte la farina con il lievito se lo utilizzate e mettete da parte. Sbattete ad alta velocità le uova con lo zucchero per circa 10 minuti. Il composto triplicherà di volume schiarendo. Foderate con carta forno uno stampo a cerniera di 23 cm di diametro, imburratela e versate il composto livellandolo con una spatola rigida. Infornate e cuocete per circa 20 minuti o fino a quando inserendo uno stecchino dentro l'impasto questo ne uscirà asciutto e pulito. Fate raffreddare completamente e, nel frattempo, preparate la mousse.
per la mousse
8 g di agar agar
200 g d i cioccolato fondete ridotto in scaglie
75 g di burro a pezzetti
2 cucchiai di cacao setacciato
4 uova separate
25 g di zucchero a velo
200 ml di panna fresca.
Mettete il cioccolato, il cacao e il burro in una casseruola, ponetela dentro un'altra con due dita d'acqua e sciogliete a bagnomaria. Fate attenzione che la casseruola che contiene il cioccolato non tocchi l'acqua calda. Mescolate per amalgamare gli ingredienti, togliete dal fuoco e aggiungete l'agar agar, mescolate e mettete dentro una ciotola.
Ponete in frigo il contenitore dove monterete la panna e le fruste in frezeer.
Incorporate le uova e sbattete con una frusta a fili manuale per rendere il composto omogeneo. Sbattete gli albumi aggiungendo poco per volta lo zucchero a velo setacciato continuando a montare fino a quando saranno lucidi e fermi. Aggiungeteli al composto di cioccolato in più riprese e incorporate con movimenti dal basso verso l'alto aiutandovi con la frusta a fili.
Recuperate il contenitore dal frigo, ponete la panna fredda e montatela con le fruste ghiacciate. Aggiungetela al composto mescolando sempre con la frusta a fili manuale. Ponete in frigo per fare rassodare per circa mezz'ora.

Per il montaggio:
per la bagna:
30 ml di liquore all'arancia
60 ml di acqua
Ponete il pan di spagna su un disco di cartone rigido poco più grande; circondate il dolce con un anello di alluminio regolabile. Scaldate i l'acqua con il liquore, metteteli dentro una bottiglia per bagnie oppure utilizzate un cucchiaio per imbibire la base del pan di spagna. Dopo aver imbibito aspettate qualche minuto.
Tirate la mousse fuori al frigo, mescolate con una spatola e versate dentro il cerchio, livellate e ponete in frigo a rassodare fino al giorno dopo.

Per la finitura:
cacao amaro setacciato
200 g di lamponi
un paio d'ore prima di servire togliete l'anello, setacciate un cucchiaio di cacao sulla superficie della torta, distribuite i lamponi e mettete in freezer un'ora.



lunedì 24 agosto 2015

canapè, strati di bontà


Io mi diverto quando organizzo una cena, ci metto tutti i sentimenti e spero di ricevere nel migliore dei modi. Se poi ci arrinisciu non lo so. Di una cosa sono certa, me la scialo a pensare: alla tavola piatti, posaterie e cristalli (o vitrazzu ma dalla bella foggia), addumo i cannili, penso agli abbinamenti, ai gusti dei commensali, alle preferenze, alle intolleranze, picchì c'è chiddu non mancia formaggio, a chiddautri l'agghia ci fa veleno, un insieme di cristiani coronato da chiddi che macinano qualunque cosa e che si adeguano. E va beh, il bello sta anche in questo, se no, troppo facile sarebbe.

Per 8 cristiani
1 kg di filetto di salmone
q.b. foglie disongino
800 g di patate
100 g di burro fuso
100 g di olive nere
q.b. pan grattato
sale e pepe
olio extra vergine d'oliva
Cuocete le patate in acqua fredda, pelatele, schiacciatele e mescolatele in una terrina con il burro le olive tritate grossolanamente. Salate, pepate, aiutandovi con coppapasta di 8 cm di diametro realizzate dei medaglioni, passateli sul pangrattato e dorateli da ambo i lati in una padella con un filo d'olio. Distribuiteli sui piatti da portata. Tagliate il salmone in otto tranci poneteli in una teglia foderata con carta forno, irrorate con un filo d'olio, salate, pepate e infornate in forno caldo a 180°C per circa 10 minuti. Sfornate, disponete sui medaglioni di patate, decorate con il songino e servite.

sabato 15 agosto 2015

va dove ti porta il cuore

Niente ci vuole, mezz'ora? E che sarà mai, cos'è mezz'ora, trenta minuti, di fronte all'eternità? nemmeno un battito di ciglia,in meno di un biz avrete una tortina da portare in giro avvolta in un candido strofinaccio pulito dove vi pare a voi, amunì pigghiate un pizzino.
Vi cuntu subito subito che niente inventai ma presi la ricetta da quell'adorabile donna che gestisce il B&B Il Cuore a Massa.
Qui trovate il video della ricetta della torta di mele sul blog di Daniela e qui quella che ho fatto io qualche anno fa.
Sempre grazie Daniela!
Divagazione sul tema: da una torta di mele a una di pesche. Va dove ti porta il cuore e la stagione
torta bassa, rustica di pesche
100 g di burro fuso
100 g di zucchero di canna
2 uova
150 g di farina di grano saraceno
8 g di lievito
125 ml di yogurt bianco
circa 4 pesce noci grosse
una macinata di pepe garofanato
una manciata di zucchero di canna per la finitura
Lavate e asciugate le pesche, tagliatele in due, girate le mezze parti e staccate il nocciolo, tagliatele ancora a quarti e affettatele con una mandolina a 3 mm circa.
Sbattete il burro con lo zucchero, aggiungete un uovo alla volta. Abbassate la velocità delle fruste elettriche alla prima velocità e aggiungete la farina setacciata con il lievito in due volte e infine lo yogurt. Versate il composto in una teglia da cm di diametro imburrata e infarinata, disponete a raggiera le fette di pesca, distribuite una manciata di zucchero, una macinata di pepe e infornate in forno già caldo a 180°C per circa 20-30 minuti o fino a quando la torta sarà cotta; per la cottura affidatevi alla conoscenza del vostro forno.



venerdì 14 agosto 2015

in un sol boccone

E che ci vuole? Sono abbastanza piccoli da entrare in bocca così come sono; le signore bene educate darebbero un morsetto con il timore che sbocconcellare potrebbe produrre mollichine sfuggenti e succhi inopportuni.  Io dico che questi sfizi calano soli soli, non dovrebbero finire mai perché uno tira l'altro e ci si abbuffa senza ritegno.
Tartellette di ceci e pomodori tiger confit
per 18 tartellette:
per il ripieno
100 g di ceci secchi
battuto di carota sedano e cipolla
olio extra vergine d'oliva
timo
9 pomodorini Tiger o quelli che volete
sale
zucchero
pepe
olio extra vergine d'oliva
200 g di farina
100 g di burro freddo
un pizzico di sale
2 cucchiaini d'acqua fredda
la sera prima mettete a mollo i ceci in acqua per tutta la notte il giorno dopo cuoceteli con un battuto realizzato con mezza carota, mezza cipolla e un pezzetto di sedano e un filo d'olio, coprite con l'acqua e portate a cottura. Quando saranno cotti frullateli con qualche una manciata di foglioline di timo e olio quanto basta a rendere morbido il composto. Riempite un sac-a-poche usa e getta e ponete in frigo fino al momento dell'utilizzo.
Mescolate la farina con il burro a pezzetti, unite il sale e mescolate fino a ottenere delle briciole, unite l'acqua poco per volta fino a quando il composto si addensa. Avvolgete l'impasto dentro un foglio di pellicola e ponete n frigo a rassodare per circa mezz'ora.
Recuperate l'impasto dal frigo, lavoratelo per recuperare l'elasticità e stendetelo con un matterello a uno spessore di un paio di mm. Con un coppapasta di 7 cm di diametro ritagliate 18 dischi e posizionateli dentro degli alloggiamenti per mini muffin, Andranno bene sia una teglia che gli stampi singoli. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e infornate in forno caldo a 180°C per circa 10-15 minuti; per la cottura affidatevi alla conoscenza del vostro forno.
Fate intiepidire nelle forme e poi sformate le tartellette per farle raffreddare completamente.
Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e poneteli con la parte tagliata rivolta verso l'alto su una teglia foderata con carta forno, spolverate la superficie con un pizzico di zucchero, uno di sale e uno di pepe, irrorate con un filo d'olio e infornate a 150°C per mezz'ora; fate raffreddare. Recuperate il sac-a-poche dal frigo, tagliate la punta e riempite le tartellette con la crema di ceci, ponete mezzo pomodorino sulla sommità e servite.


domenica 9 agosto 2015

il pesto a pezzi

come ti faccio a pezzi il siciliano, il pesto intendo, quello con le mandorle il pomodoro fresco, il pomodoro secco e una tonnellata di basilico. Anziché pestarlo ho tagliato a pezzetti tutti gli ingredienti e ripassato in padella finendo di cuocere gli spaghetti aggiungendo un piccolo mestolo d'acqua di cottura. Che fa vi interessa? Ve lo cuntu? Facciamo che ho sentito un coro unanime che dissi: SIIIII, diCCi come si fa, raccontaCCela 'sta ricettaaaaa.
E va beh, ve la cuntu:
niè per due cristiani pigghiati
200 g di spaghetti grossi 
un pomodoro rosso 
50 g di pomodori secchi sott'olio
20 g di mandorle pelate o non pelate 
20 g di ricotta infornata se vi piace
un mazzetto di basilicò
uno spicchio d'aglio 
un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva
una grattugiata di zenzero, unica licenza poetica, se non vi piaci non lo mettete, manco a dirlo. 

Pigghiate una pentola, riempitela d'acqua e portate a bollore, salate e ghittateci la pasta. Nel frattempo tostate le mandorle in un padellino antiaderente e poi tritatele a coltello grossolanamente. Pelate il pomodoro, levate i semi e tagliatelo a concassè o a dadini se vi piace megghiu. Scolate il pomodoro secco dall'olio in eccesso e tagliatelo a pezzi. Tritate il basilico e grattugiate la ricotta.
Dentro la padella  che avete usato per le mandorle mettete l'olio e l'aglio, soffriggete qualche istante e poi mettete tutti gli ingredienti preparati tranne la ricotta, mescolate e fate cuocere qualche minuto. Versate gli spaghetti quasi cotti dentro la padella e finite la cottura aggiungendo un piccolo mestolo di acqua di cottura della pasta, si formerà una cremina niente male. Mettete nei piatti e servite con altro basilico e la ricotta se vi piace. 'Sta pasta è una fissaria ma buona di moriri.

mercoledì 5 agosto 2015

l'avventura al parco avventura


Quante vote vi cuntai del parco avventura dei Peloritani? Uh, una volta qui e una marea su effebi. Lo scorso fine settimana ci sono tornata per affrontare i percorsi già battuti ma soprattutto l'ultimo, quello rosso, il più difficile...vero è, è un percorso estremo, molto faticoso, culminante in due lanci nel vuoto e discesa da una ragnatela di corde molli. Sono tutta scassata, i dolori me li ricorderò per sempre ma la soddisfazione è immensa e non vedo l'ora di ri_acchianari sulle corde.
La cosa bella è che eravamo una carrettata di parenti tra zii e cugini, tutti (o quasi) affannati nel superare le difficoltà dei percorsi e non solo.

 L'aria dei colli San Rizzo sbommica un pitittu lupigno, ognuno di noi portò una cosa da mangiare, non vi pozzu cuntari quello che c'era, farei prima a a cuntari cosa non c'era. Tra le mille cose c'erano insalate di riso dietetiche e non, parmigiana di melanzane, panini con le cotoletta fritta, lasagne al forno, torta di compleanno per Rosy e torta dei 50 anni di matrimonio degli zii Aldo e Caterina; 'nsumma cose buone a tinchitè; la zia Maregrazia portò 'st'insalata  umida e buona che io mi feci cuntare per riportarla su queste paginette. Buonissima è! Manco a dirlo la ricetta si presta a millemila variazioni sul tema che meritano una divagazione ma per una mano ti ringrazio zia!
In ultimo ma non per importanza, lassatemi ringraziare Rosy, Gianluca e tutto lo staff del parco avventura dei Peloritani, persone speciali che ci hanno seguito mano manuzza dal briefing, alla scalata, dal percorso in quota fino alla discesa con i piedi per terra, rendendo memorabile questa giornata.



 per due cristiani:
140 g di farro perlato
un radicchio
una cipolla rossa di Tropea
mezzo bicchiere di vino
un mazzetto di prezzemolo
40 g di noci più 20 g per la decorazione
20 g di pinoli
due cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
un cucchiaio di formaggio molle
20 g di parmigiano grattugiato
sale e pepe
realizzate il burro di noci frullandole fino a ottenere una crema omogenea. Affettate la cipolla ponetela in un tegame con un dito d'acqua e stufate fino ad asciugarla completamente. Unite l'olio e il radicchio affettato finemente, mescolate per insaporire e sfumate con il vino. Cuocete a parte il farro, dopo 20 minuti di cottura in acqua salata versatelo nel tegame con il radicchio, mescolate e completate la cottura aggiungendo l'acqua in ebollizione. Versate la crema di noci, il formaggio e dell'acqua di cottura per fluidificare, mantecate con il parmigiano e finite con il prezzemolo, le noci e i pinoli tritati.




venerdì 31 luglio 2015

lo dicevo io che il paradiso è qui

 
Il paradiso terrestre esiste e io ne ho le prove perché ci sono stata; si trova a Gangi nel cuore della Sicilia. Quella Sicilia con le montagne alte, carica di suggestioni, lontanissima dal mare e colorata dal giallo del grano che luccica sotto i raggi del sole; un luogo lontano, per raggiungere il quale, molti chilometri di strada s'addentrano verso il centro della triscele e i tornanti si inseguono uno dietro l'altro senza pigghiari ciatu. L'autostrada è un miraggio e le trazzere, battute dal trattore o dallo scecco incontrano grandi e piccolissimi borghi che sembrano incantati e dove invece si travagghia col sudore della fronte e della fatica nei campi. Questo luogo magico si chiama 'La Mandralisca', un'azienda agricola sulle Madonie fondata secondo i principi della permacultura, i quali integrano ecologia, agricoltura e equilibrio paesaggistico incastrandosi egregiamente in un quadro di sviluppo sostenibile. Il biologico è di casa, anzi di più; l'orto è sinergico il che significa che le piante sono consociate e interagiscono tra loro difendendosi a vicenda, crescendo e producendo in sinergia. Il suolo non viene lavorato perché la terra si lavora da sola attraverso la differenziazione delle radici che vanno a diversa profondità e l'attività degli insetti e dei microrganismi. Dei concimi chimici non si vede manco l'ombra e manco dei diserbanti. L'orto è realizzato su bancali rialzati che alleggeriscono il lavoro e individuano dei camminamenti divisori. Su questa azienda sta crescendo un progetto di bellezza che presto vi racconterò, per adesso vi lascio questo piatto di pasta realizzato con la fagiola piatta dell'orto sinergico e le fettuccine ottenute dalla lavorazione della farina del grano antico tumminia coltivato in azienda.





per due cristiani:
150 g di pasta di grano antico tumminia
400 g di fagiola piatta pulita
uno spicchio d'aglio
200 g di salsa di pomodoro magari una conserva fatta in casa, sarebbe l'ideale
un mazzetto di basilico
olio extra vergine d'oliva
sale
pepe

 portate a bollore una pentola con acqua potabile salata e cuocete la fagiola. Tritate l'aglio, ponetelo in una casseruola con un cucchiaio d'olio, soffriggete e poi aggiungete la salsa, cuocete poi istanti e aggiungete la fagiola. Tagliuzzatela con un cucchiaio di legno e amalgamate alla salsa. Buttate la pasta nell'acqua in ebollizione in cui avete cotto la verdura, appena si ammolla, quindi dopo qualche istante, prelevatela con una pinza e ponetela dentro il tegame con il condimento; portate a cottura risottando con l'acqua di cottura della fagiola. Dopo circa cinque minuti saggiate la cottura e valutatene il grado secondo i vostri gusti. Aggiustate di sale, pepate e sminuzzate le foglie del basilico. Servite subito. Abbiate grandi aspettative e siate grati, saprete al primo boccone che non avete mai assaggiato vera pasta.



martedì 28 luglio 2015

delle due l'una

Niè, c'è picca 'i fari, quando un cristiano non ha ricettu finisce con lo sfirniciarisi a destra e a manca. E va beh niente ci fa, sto usando farine alternative al solito grano, ho usato la farina di grano khorasan, denominato grano gigante o, più comunemente chiamato KAMUT® che è il marchio dell'azienda che lo produce.
 Questo grano antico è un parente stretto del grano duro moderno, contiene 
glutine ma non è stato biologicamente modificato ed è coltivato secondo i criteri dell'agricoltura biologica.
Ora, io dico 'na cosa: è mai possibile che devo accattare un grano che viene da lontano quannu, in Sicilia,
coltiviamo dei grani antichi secondo questi stessi criteri? Picchì, tra gli scaffali 
di qualunque supermercato io non trovo la tumminia e me la devo andare a cercare con il lumicino? 
Così per dire...
 Bruschetta di pizza o pizza bruschetta? Delle due l'una.
per 6 cristiani
difficoltà: facile
tempo di preparazione: 15 minuti più il riposo
tempo di cottura: 30 minuti circa
 Per l'impasto:
320 g di farina Kamut
80 g di farina di grano duro
circa 300 ml d'acqua tiepida
5 g di lievito di birra fresco
10 g di sale
un cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva
un cucchiaino di zucchero
farina di rimacinato per le pieghe
per il condimento:
10 pomodori grossi e sodi
due spicchi d'aglio
basilico
olio extra vergine d'oliva
sale e pepe
impastate le due farine con con lo zucchero e il lievito sbriciolato, aggiungete poco per volta l'acqua necessaria e l'olio. Unire il sale e impastate fino a quando l'impasto avrà la giusta consistenza o fino a quando incorda attorno al gancio, se usate la planetaria. Realizzate qualche piega e poi ponetelo dentro una ciotola coperta da uno strofinaccio umido fino al raddoppio. Recuperate l'impasto, reimpastate qualche minuto e poi dividetelo in pezzatura di circa 60 g l'uno, realizzate delle palline e fate lievitare ancora fino al raddoppio coperte.
Preparate il condimento tuffando in acqua bollente per pochi istanti il pomodoro precedentemente lavato. Eliminate la buccia e i semi interni, realizzate una concassè, ponetelo dentro una ciotola e conditelo con gli spicchi d'aglio tagliati a metà, l'olio, il sale, il pepe e abbondante basilico, fate riposare coperto fino all'uso in frigo.
Riprendete l'impasto, usate della farina di rimacinato per spolverare la spianatoia e realizzate delle schiacciatine, praticate dei tagli sul bordo e all'interno per evitare che gonfino durante la cottura e infornate a 200°C per circa mezz'ora o fino a quando saranno dorate(*). Sfornate e condite le schiacciatine distribuendo il condimento e servite.
(*) per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno


sabato 25 luglio 2015

lamentati e stai bene


Dice che fa caldo, mah! Certo, non si può dire che ci sia freddo; considerando che siamo alla fine di luglio probabilmente un po' di caldo me l'aspetto. Quann'era picciridda c'erano le stagioni e 'ntà l'estate faceva caldo, almeno io mi ricordo così. Ora come ora sento solo lamentele per il troppo sudore, per il caldo, per l'estate intera. E va beh, lamentati e stai bene, si dice. Io aspetterò l'inverno, durante questa stagione non ho obiezioni di sorta, per ora me lo godo questo confortevole calduccio.
Le coppette fredde qua sotto hanno un vantaggio per la preparazione, a parte quello di un refrigerio piacevolissimo per il fine pasto, cu 'stu cauddu, il cioccolato è praticamente già sciolto, giusto il tempo di portarlo dal supermercato a casa, da una temperatura di meno 3 a più 35°C e il gioco è fatto.

Coppe al cioccolato, cardamomo e frutta ghiacciata
per otto cristiani
preparazione: 15 minuti
cottura: 10 minuti
300 g di cioccolato al latte
300 ml di latte
300 ml di panna fresca
5 bacche di cardamomo
5 tuorli
6 g di gelatina in fogli
frutti di bosco freschi o ghiacciati
pestate i semi contenuti dentro le bacche di cardamomo e metteteli da parte.
Ammollate la gelatina in acqua fredda. Versate in una casseruola il latte con la panna, aggiungete gli albumi e il cardamomo pestato; mescolate con una frusta a fili manuale e passate su fuoco dolce per circa 10 minuti, quando si forma sulla superficie una leggera schiuma.  Spegnete il fuoco e aggiungete la gelatina strizzata, mescolate per farla sciogliere completamente e poi montate la crema con delle fruste per un paio di minuti. Filtrate il composto con un colino a maglie fitte dentro la ciotola che contiene il cioccolato spezzettato o sciolto dal caldo. Effettuate questa operazione in tre volte, facendo attenzione che, a ogni aggiunta di miscuglio di latte, il cioccolato si amalgami perfettamente. Montate ancora una volta il composto con le fruste elettriche e poi versatelo in 8 coppe. Passate in frigo per almeno 4 ore. Al momento di servire distribuite la frutta sul cioccolato e servite. Io ho l'abitudine di congelare immediatamente i piccoli frutti di bosco per averli belli freddi prima di decorare i miei dolci, voi come fate?

martedì 7 luglio 2015

sfizi d'estate

Piccoli, dolci, sfizi d'estate, piaceri per la vista e per il palato. Perle da gustare lentamente nella frescura serale, cucchiaino dopo cucchiaino. Una mescolanza di piaceri accumunati dall'amore per le cose belle e dall'amicizia che queste lega. 
Le amarene di Erina, le ho sciroppate seguendo la ricetta di Misya, con queste dosi:
1350 g di amarene snocciolate
600 g di zucchero di canna
poi ho realizzato questo dolcino una sera per la mia amica Ramona che è venuta a trovarci con il suo fidanzato, La ricetta l'ho copiata da una raccolta di Sale & Pepe  "Dolci al cucchiaio, morbide tentazioni".
direi troppo dolce per i miei gusti, ridurrei lo zucchero, da 40 a 20 g, vui faciti come vuliti
100 g di cioccolato bianco
80-100 g di amarene
un albume
20 g di zucchero di canna
150 ml di panna fresca
spezzettate il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria e montate la panna fredda. Montate l'albume con lo zucchero a neve ferma e poi incorporatelo al cioccolato fuso, delicatamente. Unite la panna e mescolate dal basso verso l'alto delicatamente. Versate in 4 bicchieri inserendo all'interno metà delle amarene fate rassodare in freezer per circa 4 ore e. Prima di servire, decorate con le amarene rimaste eun po' del loro sciroppo.

martedì 30 giugno 2015

la dieta e io


 Credo che questa che sto seguendo, sia la dieta più bella che una disgraziata, che deve perdere peso, possa seguire. Si mangia a tinchité, più devi perdere peso e più mangi; 'nsumma, qua dobbiamo darci di "tu" con il metabolismo, picchì nnì desimo sempre del "voi". Non può essere chiù!
Ora, 'nta sta dieta, è previsto lo scialapopolo nel uicchend che accumincia il venerdì. Il pollo al curry è una delle pietanze che si ponnu manciari, io non lu fici mai e, Alessio, grande sostenitore di diete sane, spezie, aromi e buona cucina  mi regalò la sua versione che vi vogghiu cuntari. Assittatevi e pigghiate un pizzino, io vaju a ringraziare Alessio!

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 15 minuti più il riposo della carne
tempo di cottura: 15 minuti 
Per 4 cristiani:
600 g di petto di pollo intero
un cucchiaino da the colmo (assai) di curry
un cucchiaino da the colmo (assai) di curcuma
peperoncino in polvere a vostro gusto 
olio extra vergine d'oliva
tre cm di zenzero da grattugiare o in alternativa in polvere
200 g di cipolle
400 g di carote
200 ml di latte di cocco
200 g di riso basmati 
abbondante lattuga romana o cristallina tagliata a filetti e salata.
sale
Mescolate insieme il curry, la curcuma, il sale, il peperoncino e olio quanto basta per amalgamare e fluidificare il composto. Tagliate il pollo a cubetti, indossate dei guanti se non volete diventare cristiani dalle mani gialle, e massaggiate la carne per fare aderire la marinata. Coprite con la pellicola e fate riposare in frigo dalle 3 alle 4 ore; più riposa e meglio è, che ve lo dico a fare?
Trascorso il tempo di riposo affettate le cipolle nel senso della lunghezza e le carote a fiammifero, ponetele dentro un wok con due cucchiai d'olio, fate appassire e poi unite il pollo con la marinata. Mescolate per dividere i tocchetti di carne, grattugiate lo zenzero e cuocete fino a doratura. Spegenete il fuoco e versate il latte di cocco, fate riposare qualche istante. Preparate il riso basmati lessandolo in acqua salata; scolatelo e ponetelo sul piatto a servire, a fianco aggiungete una quarta parte della lattuga e infine il pollo con la sua crema. Ogni commensale deciderà se mescolare tutto o mangiare separatamente. Io arrimino tutte cose, vui, chi faciti?