giovedì 30 ottobre 2014

Il Maestro Montersino è qui! Ma lui non lo sa

 Non è che uno diventa maestro così per grazia ricevuta eh? Anni e anni di studio e duro lavoro per realizzare torte spettacolari, scenografiche e di alta pasticceria ma anche dei biscotti semplici negli ingredienti e nella realizzazione, da inzuppare nel latte o nel the caldo ma da mangiare anche così, schetti, che sarebbe il contrario di maritati. Vi l'assicuro che già al primo muzzicuni, mi lassaru in pace cu munnu intiero.
la ricetta è desunta dal libro "Croissant e biscotti" di Luca Montersino, edito da Rizzoli
il maestro dice che per preparare i Biscolatte ci servono:
485 g di farina 180 w quindi farina di grano tenero di media forza
200 g di zucchero semolato
200 g di burro morbido
65 g di amido di riso che non avevo e ho sostituito con quello di mais 
85 g di uova intere (due piccole, sgusciatele dentro una ciotola e pesatele)
40 g di panna
20 g di sciroppo di glucosio atomizzato (ecco io di atomizzato non ho niente ho messo lo sciroppo di glucosio all'antica)
2 g di sale
4 g di lievito
1 baccello di vaniglia
impastate il burro morbido con lo zucchero, il glucosio, poi unite le uova e la panna, il sale e la vaniglia. A questo punto unite la farina setacciata con l'amido e il lievito. Ponete in frigo per 30 minuti. Rivestite un paio di placche con carta forno, stendete l'impasto con un matterello su un piano leggermente infarinato, prelevate dei pezzetti alla volta, quello che resta da lavorare rimettetelo in frigo. realizzate dei biscotti con un coppa pasta metteteli sulle teglie e infrnate a 160°C per circa 15-20 minuti, basatevi sulla conoscenza del vostro forno. Se volete spolverate con dello zucchero a velo 

mercoledì 29 ottobre 2014

Ma all'urtimata, picchì?

Me lo chiedo eh? si mi chiedo: ma all'urtimata, picchì? Picchì devo morire sana dopo una vita da malata. Mah, una vita di sacrifici; e togli questo, e non mangiare quello, e la farina 00 fa malissimo, e lo zucchero raffinato fa veleno, e i grassi uccidono, e il colesterolo peramordidio, e il "per carità l'olio  d'oliva fa ingrassaredamorire e tu ti ci fai il bagno". Non me la fido più, come si dice qua in Paliemmu, che tradotto equivale a dire non ce la faccio più. Poi mi metto in cucina e mi sfirniciupicchì di mangiare la fettina sbattuta sulla piastra non me l'accollo, almeno questo!

per due cristiani
160 g di pasta integrale corta
300 g di funghi misti già puliti
400 g di zucca decorticata
50 ml di vino bianco secco
due piccoli cipollotti
uno spicchio d'aglio
un rametto di rosmarino
400 ml di brodo vegetale
olio extra vergine d'oliva
10 g di semi di zucca decorticati e tostati
affettate i cipollotti e l'aglio, metteteli in un tegame con un cucchiaio d'olio e gli aghi di rosmarino, fate scaldare un paio di minuti, aggiungete i funghi e la zucca tagliata a dadini, sfumate con il vino a fiamma vivace e mescolate per insaporire. Coprite con il brodo, portate a bollore e cuocete a fiamma bassa per circa 20 minuti, spegnete e fate intiepidire leggermente e frullate con un frullatore a immersione. Suddividete la vellutata in due scodelle; cuocete la in abbondate acqua salata, scolatela bene e ponetela al centro del piatto, mescolate e servite subito con i semi di zucca e una macinata di peperoncino, 

lunedì 27 ottobre 2014

la dieta del lunedì


NON-MI-DITE-NIENTE! 
Occhei? OK??? 
Muti dovete stare, zitti perché mi girano i cabasisi. Ebbene si, sono a dieta, quella del lunedì, ergo sono nervosa e mi manciassi i piedi dei tavolini cu tutte le seggie, Arrassatevi, il consiglio che vi do, il più lontano possibile da me; quand'è così pigghiu a muzzicuni; a cu pigghiu pigghiu! 
Va beh, dai, non mordo, giuro!
per due cristiani:
160 g di riso integrale 
500 g di sparacelli, alias broccoletti da mondare
4 cucchiai di vellutata di zucca e patate già pronta
un cucchiaio scarso di olio di nocciole
6 nocciole tostate
una spolverata di paprika, se vi piace

lavate i broccoli, riduceteli in cimette e lessateli in acqua salata, quando saranno al dente scolateli e metteteli da parte.Cuocete il riso nell'acqua di cottura dei broccoli, scolatelo e mescolatelo alla verdura e condite con l'olio. Componete il piatto ponendo due cucchiai di vellutata di zucca, metà del riso, tre nocciole tritate grossolanamente e una spolverata di paprika.


giovedì 23 ottobre 2014

una Corona per un pollo, anzi per due

ci sunnu picciriddi che pensano che i polli abbiano 4 zampe. Io per esempio, quann'eru nica, ne ero convinta. Mah! Quindi per fare 'sta pietanza vi servono le cosce di 2 polli.
La ricetta l'ho vista su questo sito, manco a dirlo, anzi lo dico , la ricetta originale l'ho variata quel poco che mi serviva per azzizzare il gusto finale ai palati di famiglia. La birra scura, per intenderci l'ho messa bionda e una sola, due mi parsiru assai. Vi cunto chi fici:
Pollo alla birra chiara
4 grosse cosce di pollo con la pelle
due cucchiai di olio extra vergine d'oliva
in una larga padella o meglio in un capiente wok di terracotta, scaldate l'olio, rosolate le cosce da ambo i lati e mettetele da parte in una terrina, pelate
2 patate grosse o 4 piccole
e 2 carote grosse e tagliate a pezzetti, lavate
un cuore di sedano e tagliatelo a rondelle.
Tritate un cipollotto, ponetelo nel wok con l'olio e fatelo imbiondire; unite le verdure,
un cucchiaio di senape di Digione,
un cucchiaio di estratto di pomodoro
una bottiglia di birra Corona
e 500 ml di brodo di pollo, unite le cosce di pollo e portate a bollore; proseguite la cottura abbassando la fiamma al minimo per circa mezz'ora con un coperchio.
Sciogliete 75 g di burro a temperatura ambiente con qualche mestolo di liquido di cottura,
setacciate 60 g di farina e aggiungetela poco alla volta al composto di burro e sugo di pollo, mescolate per evitare grumi. Passate con un setaccio la crema e ponetela nel wok, cuocete ancora dieci minuti e spegnete.
Finite il piatto con alcuni pistilli di zafferano.
Coprite e fate raffreddare. prima di servire sfilacciate la carne eliminando le ossa, sarà più agevole consumare il pasto.

martedì 21 ottobre 2014

nel giardino che vorrei

...metterei a dimora almeno due o tre piante di Lycium barbarum; il clima sarebbe anche favorevole, godrei della loro chioma dal portamento ricadente, dei loro fiori, già  dall'inizio dell'estate, bianchi, viola e lilla e dei loro frutti le famose bacche di Goji. Ci vulissi quel bel punto di rosso carico, il colore del loro frutto, per ravvivare un angolo del terreno. Studiando questa pianta ho scoperto che il nome Goji è stato dato, nel 1973, dall'etnobotanico del nord america, il dottor Bradley Dobos. Questo esimio studioso turnau dal Nepal, dopo anni di studio, con, in sacchetta, un riconoscimento straordinario; fu il primo occidentale a diventare medico di medicina tibetana, lavorando e studiando, vicino vicino con Sua Santità Dalai Lama e uno stuolo di personaggi, portatori sani di saggezza e gentilezza.
 Considerando che il mio giardino è nicareddu, e difficilmente potrò inserire quest'essenza strepitosa, ho approfittato dello shop on line di Gaia Superfood Le bacche di Goji sono un multivitaminico naturale al 100% fatevi un giro nello shop e leggerete "tutto il buono che fa bene" ma non solo, leggendo leggendo, scoprirete la filosofia di Gaia Superfood, i valori che contraddistinguono questo brand, il concetto di "dono" e "riconoscenza" verso quei luoghi e quella gente del lontano Tibet, che hanno donato un frutto così strepitoso; per questo, parte del ricavato delle vendite delle bacche di Goji Tibetano saranno devoluti a favore dell'associazione Dawa.
 
Energia vitale, mangiare sano, benessere del corpo, dello spirito e lunga vita; un insegnamento da seguire con un consumo sistematico a colazione, aggiungendo i Superfood ai frullati, allo yogurt o nel muesli, darà una marcia in più alla nostra giornata grazie alla ricchezza di vitamine, minerali e proteine contenute naturalmente. Amunì, accogliamo questo dono.


Biscotti Superfood al burro salato e bacche di Goji Tibetano
250 g di farina di grano duro di Sicilia
50 g di semola integrale di grano duro di Sicilia rimacinata
200 g di burro salato
50 g di vino Passito di Pantelleria
100 g di zucchero di canna
un uovo 
10 g di semi di lino
8 g di lievito chimico

Mettete le bacche Goji a bagno nel vino; mescolate insieme le due farine, unite il burro tagliato a pezzetti leggermente ammorbidito, i semi di lino, lo zucchero, l'uovo, le bacche di goji leggermente strizzate e il lievito setacciato, impastate per rendere omogeneo il composto, realizzate tre salsicciotti di uguale diametro e poneteli in frigo a rassodare per almeno due ore
Prelevate i cilindri di impasto dal frigo e tagliateli a sezioni di circa un cm di spessore, disponeteli su due placche foderate con carta forno e infornate per circa 10 minuti a 170°C, come sempre ricordo che la cottura va commisurata alla conoscenza del vostro elettrodomestico.

domenica 19 ottobre 2014

il cheesecake de noiaRtri

Delle donne si dice che sono capaci di fare più cose contemporaneamente come ad esempio parlare al telefono e fare i subbizza, digitare un articolo al pc e parlare con una o più persone e così via discurrennu; da donna posso asserire che vero è ma un trucco c’è però, devi essere presente a te stessa picchì s’annunca sei fregata, vai fagliando a destra e a manca. Fu chiddu che successe a mmia mentre preparavo una torta e nel frattempo chiacchieravo al telefono cu me frati.

La ricetta vista e scopiazzata da lei prevedeva solo 250 ml di panna, iu, parrannu parranno cinni misi 500...beddamatrisantissima! nell'istante in cui ci cafuddai tuttu 'u scatulino 'ncapu al cioccolato mi resi conto della sulenne minchiata che stavo cumminannu. Porco di qua e di la! Mi dissi tra me e me, senza fare capire nenti a me frati ahBeh, sempre chiacchierando amorevolmente con l'amato sangu miu, una parte del mio cervello elaborava il potenziale rattoppo per cummigghiare la situazione. Di cognome non mi chiamo Tatin quindi non sarà un capolavoro inenarrabile venuto fuori da un errore, ma la torticedda si potti manciari e con con sommo gaudio.
Amunì, vi lascio le dosi per due torte una da  26 e 24 cm di diametro con l'errore da me commesso e gli accrocchi per recuperare la situazione, se volete la ricetta originale andate qui
torta al cioccolato bianco, panna, mascarpone e pepite rosso rubino
300 g di cioccolato bianco
500 ml di panna fresca
5 uova
135 g di zucchero di canna grezzo
250 g di mascarpone
un cucchiaino di estratto di vaniglia
360 g di lamponi
100 g di farina
150 g di farina di mandorle 
per la copertura:
500 ml di panna fresca
50 g di zucchero a velo
200 g di lamponi
100 g di mirtilli
una melagrana
Tritate il cioccolato e mettetelo in una ciotola, portate a bollore la panna, versatela sul cioccolato e mescolate per amalgamare, fate intiepidire.
Separate gli albumi dai tuorli. Sbattete i tuorli con metà dello zucchero, fino a quando saranno bianchi e spumosi.aggiungete il mascarpone, la farina di mandorle, l'estratto di vaniglia, il cioccolato con la panna e la farina, mescolate per amalgamare. Montate a neve ferma gli albumi con lo zucchero rimasto, aggiungeteli all'impasto con una spatola, delicatamente per non smontarli. Suddividete l'impasto in due teglie con il fondo amovibile, con il fondo foderato con carta forno, imburrate e infarinate, una da 24 cm e l'altra da 28, distribuite i lamponi e infornate a forno caldo a 170°C per mezz'ora poi abbassate la temperatura a 130 per un'altra mezz'ora. Comunque, per la cottura, fidatevi della conoscenza del vostro forno. Sappiate che la torta gonfierà per poi assittarisi ricavando un incavo per la copertura. Quando le torte saranno cotte fatele raffreddare dentro il forno. Montate la panna con lo zucchero a velo distribuitela dentro gli alloggiamenti naturali delle torte e infine decorate con i frutti di bosco e i chicchi di melagrana. Passate in frigo fino al momento di servire.

mercoledì 15 ottobre 2014

Simple fast food

Cibo semplice e veloce, un fiat a preparalo e mezzo fiat per mangiarlo. Porca miseria, ma mangiate piano! Mangiate slow, che fretta c',è mi chiedo; sono sempre l'ultima a finire di manciari, e me ne fazzu un vanto. Oddio mi piace anche parrari mica come a Salvuccio, che quannu mancia nun parra, una chiacchiera ogni tanto mi piaci, tra un boccone e l'altro, a voi no?
E, ditemi, come mangiate slow o fast?
Cous cous, tonno e pera ciavurusu al limone
200 g di tonno rosso in una sola fetta già mondato
140 g di cous cous precotto
15 g di mandorle sbucciate ma non pelate
una pera kaiser
menta
prezzemolo
uno spicchio d'aglio
un limone e la sua scorza grattugiata
sale
pepe

  1. cuocete il cous cous come indicato nella confezione, sgranatelo e fate intiepidire
  2. affettate la pera e tagliatela a cubetti, irroratela con il succo del limone e mettete da parte
  3. tritate l'aglio finemente, insieme con le erbe aromatiche, lasciate qualche foglia per la decorazione. 
  4. fate arroventare una piastra antiaderente. Tostate le mandorle e poi cuocete il tonno da ambo i lati per pochi minuti se vi piace rosa al centro, in caso contrario, cuocete di più ma non esagerate perché poi sarà stopposo. Fate raffreddare, salate e tagliatelo a cubetti. 
  5. tagliate le mandorle a filetti
  6. unite al cous cous il tonno, la pera con il succo di limone, le erbe aromatiche tritate, le mandorle, l'aglio e la scorza del limone grattugiata.
  7. aggiustate di sale se necessario e pepate
  8. Servite a temperatura ambiente

giovedì 2 ottobre 2014

Ultimi!

Ultimi fiori di zucca, ultimi tenerumi, ultimi pomodorini. Pomodorini di sicuro, oramà si sente la serra sotto ai denti, buccia dura e senza sapore, non si ponno manciari cchiù; peggio per loro, la stagione è finita, si nnì parra l'anno prossimo quannu s'appresenta di nuovo l'estate.
 Ma l'ingrediente principe per cui nacque 'sto piatticeddu è il lemon grass, finalmente lo trovai e lo volli provare, "dice" che sta bene con i pesci ma anche con il pollo; è una pianta arbustiva nativa delle regioni tropicali dell'Asia e dell' India. Aromatica, dal sapore e dal ciavuru di limone, viene usata nella cucina indiana e orientale in genere, ha un inconfondibile aroma agrumato e balsamico. E' proprio la pianticedda che fa per me. L'ho comprata domenica scorsa all'orto botanico di Palermo alla mostra mercato "La Zagara". Metterò degli steli in acqua per farle radicare e poi vi cuntu.
 
 Riso Basmati con salmone, fiori di zucca, foglie d tenerumi e lemon grass
sulu ppì mia:
70 g di riso basmati
un cucchiaino di olio di semi di nocciole
una spolverata di curry
140 g di salmone
qualche foglia di tenerume
10 fiori di zucca
uno stelo di lemon grass
un peperoncino di cayenna
2 cm di zenzero grattugiato
uno spicchio d'aglio degerminato
vino bianco
sale
lessate il riso in acqua salata, scolate e conditelo con l'olio e il curry, coprite e mettete da parte.
Pulite il lemon grass, eliminate le foglie più dure e la parte basale coriacea, affettatelo a rondelle, tritate l'aglio, grattugiate lo zenzero, e tritate il peperoncino.
 
Soffriggete il battuto in un cucchiaio d'olio, aggiungete un dito d'acqua e stufate per fare appassire. Unite le foglie di tenerumi e il salmone tagliato a dadini, appena l'acqua sarà evaporata aggiungete un dito di vino e sfumate infine salate. Eliminate i pistilli dai fiori di zucca, puliteli delicatamente  e tagliatene alcuni a striscioline uniteli al pesce, mescolate, spegnete il fuoco, coprite con un coperchio e fate riposare qualche minuto prima di servire con il riso aspeziato.