mercoledì 28 gennaio 2015

tutto a pallini

Anche qui fa freddino, giorni della merla o no, s'apprisintò un friddu di moriri e le temperature si nnì scinneru della bella; vero è che siamo a gennaio parente di febbraio ma difficilmente mi abituerò alle temperature così fredde. E lo so che molti di voi del nord vi abbagnate il panuzzo perché in Sicilia le temperature sono miti in inverno, ma una cosa è certa, durerà poco e ce la faremo a ritornare al nostro  "solito" inverno.
Non solo fa un friddu d'aggigghiari che s'arrifriddanu puru i sentimenti, per completare l'opera sugnu puru a dieta, dal primo giorno utile dopo feste e avi a durari fino a dopo Pasqua. Facitivi 'stu cuntu...vorrei rammentare che poco ci manca e trasi la primavera.


per due cristiani a dieta
per le polpette
250 g di filetto di merluzzo
150 g di patate (una)
25 g di semi di chia
spezie a piacere
sale e pepe
per il contorno di verdure stufate:
senza dosi, a sentimento, dipende dalla vostra fame
zucchine
carote
pisellini primavera surgelati
aglio
sale
peperoncino fresco
basilico
olio extra vergine d'oliva
acqua


lavate la patata, lessatela con la buccia in acqua fredda, pelatela e schiacciatela con una forchetta
cuocete al vapore il filetto di pesce, mettetelo insieme con la patata, salate aromatizzate con pepe e altre spezie o aromi e schiacciate anche questo con la forchetta amalgamando i due composti. Realizzate delle palline grosse come una noce e passatele sui semi di chia e mettete da parte.
Realizzate le verdure stufate; pelate le carote, lavate le zucchine e spuntatele, pulite l'aglio, tagliatelo a metà e degerminatelo. Affettate le zucchine e le carote con una mandolina,mettetele dentro un tegame con un cucchiaio d'olio, l'aglio, i piselli, il peperoncino affettato e mezzo bicchiere d'acqua, salate, coprite con un coperchio e portate a cottura, tgliete il coperchio e fate asciugare l'acqua in eccesso.
Servite le polpette tiepide accompagnate dalle verdure stufate.


sabato 24 gennaio 2015

immagini a colori caldi

 
M'innamoro delle immagini in genere, dei colori e delle emozioni che mi trasmettono. Paesaggi montani, colline aspre invernali o raccontate in primavera, con lo sfavillìo del verde rinascita.
 Uh, i miei preferiti sono i paesaggi marini. adoro il mare sempre; d'inverno è rude, affascinante e sferzante quando soffia il vento di tramontana. D'estate non ne parliamo, talmente mi affata.
Spettacolari sono i ritratti realizzati da fotografi bravi, ma bravi veramente nei quali le espressioni dei protagonisti sono colte fin nel profondo dell'anima.
 Infine amo le foto che ritraggono il cibo, ah! un capitolo a parte perché quelle posso avere l'opportunità di assaggiare quell'immagine realizzando la ricetta. Che io riesca a riprodurre anche la bellezza dell'immagine è difficile ma io ci provo comunque. Macari riesco a fare innamorare qualcuno anch'io.
 Tutto 'sto giro per dire che ho visto, in rete, una foto meravigliosa di carote arrosto, bella da mozzare il fiato, talmente bella che non la trovo più. Porca miseria, ma come fu? Si piddìu nella rete? Eppure l'avevo salvata da qualche parte...ma dove? Nu sacciu!
 E va beh, non mi sono persa d'animo, ho googolato ricerca--> carrots roasted--> immagini--> trovo 'millemila' foto ma non quella che cerco.

Allora nenti fazzu? Scelgo le immagini che mi piacciono di più, leggo le ricette e ne fazzu una miscellanea: ecco chi nisciu 'o laggu taliando queste due ricette, qui e qui

carote speziate
per 4 cristiani:
2 mazzi di carote con il ciuffo
40 g di olio extra vergine d'oliva
un cucchiaino di semi di papavero
un cucchiaio di harissa
1/2 cucchiaino di paprika forte
2 cucchiaini di cumino
2 cucchiaini di succo di limone
un cucchiaino di miele
2 stecche di cannella di 10 cm 
sale e pepe
un'arancia 
feta

tagliate buona parte del ciuffo delle carote, lasciatene circa 10-12 cm (la lunghezza del ciuffo non è legato alla riuscita della ricetta, è "solo" un elemento decorativo). Lavate le carote, tagliatele a metà se sono grosse, in caso contrario lasciatele intere. ponetele in una teglia capiente. Preparate un'emulsione con tutti gli altri ingredienti e con un pennello distribuite sulle carote; affettate l'arancia dopo averla lavata e asciugata e distribuite le fette a caso sulle carote. Infornate in forno caldo a 190°C per 25-30 minuti. Fate intiepidire e, se volete, distribuite la feta prima di servire. 


giovedì 22 gennaio 2015

aggrassatu, aggrassato o agglassato

Chiamalo come vuoi, appena pronunci 'sta palora, in Sicilia, si aprono i cuori, si commuovono le anime, s'accappona la pelle per l'emozione di un sapore di altri tempi. Poi se chiedi la ricetta scopri che esiste una serie interminabile di varianti con la l'assicurazione da parte di ogni famiglia, della vera paternità, autorevolezza e originalità della preparazione. Di spezzatino si tratta ma la bontà all'assaggio è commovente. Giuro!
Ecco, quando si dice che le ricette devono essere tramandate di madre in figlia è la pura e sacrosanta verità; s'annunca si perdono le tradizioni familiari e non è bello. Questa variante me l'ha raccontata la zia Mariella, è la ricetta di sua mamma e io la trascrivo qui con le sue precise 'ntifiche indicazioni per i posteri e per me figghia, sempre che gliene freghi una beneamata.

 La zia Mariella dice che sua mamma, la nonna Venera, non usava sfumare la carne col vino, "nella maniera più assoluta", niente patate e qualche coccitello di pomodoro.
Una cosa è certa, le cipolle devono essere assai picchì devono caramellare durante la lunghissima fase di cottura e si riducono di molto; anche la carne del resto, lo spezzatino, sia in bianco che al sugo ha un epiteto,'svergogna famigghie' proprio perché compri tre chili di carne e si riduce a un mossiceddu.
Non vi pozzu cuntari come viene la pasta condita con il sugo della carne e una spolverata di ricotta infornata, lassamu peddiri va!
per 4 cristiani
500 g di spezzatino di vitello
700 g di spezzatino di maiale (punta di petto)
1,500 g di cipolle rosse
5 pomodori datterino grossi
q.b. brodo vegetale
4-5 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
sale e pepe
soffriggete, in un tegame capiente, la carne nell'olio caldo a fuoco vivace fino a quando la carne si colora ben bene. Aggiungete le cipolle affettate finemente con una mandolina. Fate insaporire mescolando aggiungete i pomodori, il brodo vegetale, un po' sotto il livello della carne. Coprite e cuocete a fuoco lento per un paio d'ore, mescolando ogni tanto. Quando la carne sarà cotta, ponetela in una ciotola e continuate a cuocere fino a ottenere una crema di cipolle.

giovedì 15 gennaio 2015

come inizio direi che può bastare

con tutta la buona volontà iniziale, i buoni propositi, i brindisi, i giochi di foco, gli slanci positivi e proattivi, 'st'annu s'appresentò come una colossale caghera. Si può dire? Lasciatemelo dire picchì mi staju limitannu. Come inizio, questo 2015 lascia alquanto a desiderare, per usare un leggerissimo eufemismo.
'U bellu è che ci inerpichiamo su 'millemila' amenità giornaliere, poi accendi la TV e resti alluccutu pi chiddu che nnì vomita 'i supra.
Poi arrifletto sulla vita da formica che conduco in mezzo a 'stu munnu pacciu, ma pacciu supra 'u serio, mica ppì babbìo e mi dico: ma all'urtimata picchì?
per due cristiani, non s'offendano tutte l'autre religioni, ppì carità.:
140 g di riso basmati
un cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva
un grosso mazzo di sparacelli, broccoletti
la scorza grattugiata di mezz'arancia
un cuore di brodo alle verdure
mezzo litro d'acqua circa
20 g di mandorle con la buccia
pepe
sale
lessate i broccoletti dopo averli mondati e lavati, scolateli lasciando poca acqua di cottura, frullateli con un frullatore a immersione;passateli in un tegamino e, appena la crema comincia a bollire unite il cuore di brodo e versate il riso. Portate a cottura aggiungendo acqua bollente. Tostate le mandorle  in un padellino e tritatele. Quando il riso è cotto servitelo con una manciata di mandorle e la scorza d'arancia grattugiata.

venerdì 9 gennaio 2015

di fanatismo e di altri dei


Sono una fanatica, si dice così no? Anche se in genere, è un termine usato nell'accezione negativa, io sono una di quelle fanatiche che si entusiasmano e rincorrono per strada gli odori con la nasca all'insù. Nulla di negativo se non, forse, un tantino sconveniente per una signora.
 Sugnu smaniosa, esagerata e zelante nel cercare provenienza e a carpirne la base. Capire 'nzoch'è gghiè non è facile, no no e non ci 'nzertu sempre ma vago nell'aere, carica di ipotesi e congetture. Tutto questo per dire che mi piacciono gli odori e soprattutto le spezie. Comprate spezie intere e macinatele al momento, sentirete chi ciavuruuuu.
Il Pimento o pepe garofanato non è un vero e proprio pepe  ma una bacca derivata dai frutti secchi di un alberello sempreverde, originario della Giamaica, della famiglia delle Myrtaceae, il Pimenta dioica. Ha un odore e un sapore che somigliano a un mix di cannella, chiodi di garofano e noce moscata, le mie spezie preferite.

Triglie di scoglio con sfoglie di patate e pane aromatico
sulu ppì mia, per un cristiano quindi
una piccola patata rossa, circa 70 g
20 g di pane "vecchio" di due-tre giorni, grattugiato
180 g di filetti di triglie di scoglio
olio extra vergine d'oliva
pimento macinato al momento
sale





mescolate la mollica del pane con una generosa macinata di pimento, ungete una piccola teglia  di ceramica 13x16 cm, distribuite un po' del mix di pane e pepe ed eliminate quello in eccesso. Affettate molto finemente la patata rossa, io ho una mandolina che riesce ad affettare a 1,5 mm. Più il taglio è sottile e più velocemente cuoceranno le patate.
Distribuite uno strato di patate sul fondo della teglia, macinate un po' di sale e adagiate i filetti di triglie dal lato della pelle, salate, distribuite ancora una manciata di pane, uno strato di patate, sale e l'ultimo strato di pesce, continuate con il pane e finite con l'ultimo strato di patate sale e pane, distribuite un'idea di olio chiudete con il coperchio e infornate a 180°C per 30-40 minuti. Tirate fuori dal forno, eliminate il coperchio, irrorate con un giro d'olio crudo e servite.

venerdì 2 gennaio 2015

due mila quindici

Ho chiuso in dolcezza e riapro allo stesso modo. Mi piace il salato ma in certe occasioni preferisco il dolce quindi mi auguro che il duemilaquindici sia duci, mi auguro di mangiare cioccolato amaro fondente con il pane e che, senza zucchero, io prenda solo il caffè. Chiù ducizze pppì tutti, almeno in senso metaforico.
Charlotte di Sale & Pepe con cioccolato fondente
ecco, se cliccate sul link qui sopra vedete la ricetta direttamente dal sito. Io ho usato il mio pandoro, 5 passion fruit, 5 alchechengi e una manciata di more
di seguito scrivo un promemoria per me, con tutti questi anni che passano comincio a dimenticare le cose.
150 ml di latte tiepido
6 g di colla di pesce (12 g per me sunnu assai)
70 g di zucchero
250 ml di panna fresca
Ammollate la gelatina in acqua fredda per 10 minuti. Strizzatela e scioglietela nel latte tiepido, aggiungete lo zucchero e mescolate con una frusta a fili. Tritate il cioccolato, ponetelo dentro un pentolino resistente al calore, mettete il pentolino dentro un altro con un po' d'acqua, scaldate e sciogliete il cioccolato a bagnomaria facendo in modo che l'acqua calda non tocchi il pentolino contenete il cioccolato e non arrivi a ebollizione. Aggiungete a filo la miscela di latte e continuate a mescolare per amalgamare. Fate intiepidire, nel frattempo tagliate a metà tre fette di pandoro e lasciatene la calotta intera, abbrustolitele leggermente su una padella in pietra o sotto il grill, foderate un ring di 20 cm di diametro con le fette di pandoro tagliate a metà, modellatele in modo da non lasciare buchi, con la calotta foderate il fondo. Versate la crema dentro lo stampo e passate in frigo per almeno 5 ore. Tagliate a metà i frutti della passione e con n cucchiaino versate il contenuto sulla superficie del dolce. Finite di decorare con gli alchechengi intinti in un albume, poi in una ciotolina contenente dello zucchero e le more. Servite a temperatura ambiente. Buon anno.