Estiva, facile, veloce, volendo anche fresca se la fate raffreddare un po' prima di mangiarla. Fate voi, scegliete il formato di pasta, meglio corta, e mettete tutto insieme. Estiva, facile, veloce e fresca, l'ho già detto ma ne vale la pena soffermarsi su alcuni concetti, lentamente e senza fretta di comprendere; il caldo annebbia il cervello, a molti. Io sugnu pacinziusa e col caldo ci sto a meraviglia, 'u ciriveddu mi va a acqua calda anche d'inverno friddu o cauddu capisco sempre 'n'anticchia in ritardo. Dicevo estiva picchì l'ingredienti odorano d'estate, dicevo, facile picchi per 4 cristiani aviti 'a pigghiari un cucchiaio e misurare...
un cucchiaio di olive taggiasche snocciolate
un cucchiaio raso di capperi sotto sale
un cucchiaio di panna a lunga conservazione
un peperone giallo o del colore che più vi piace
un cucchiaio d'olio etravergine d'oliva
un'acciuga sott'olio
mezzo bicchiere d'acqua
mezzo bicchiere di vino bianco secco
160 g di tonno sott'olio sgocciolato
uno spicchio d'aglio
sale
pepe
peperoncino rosso piCante
380 g di pasta formato pennoni o quello che vi piace di più
dicevo veloce, picchì mettete una pentola d'acqua a bollire e pigghiate un wok e affettate l'aglio cospargete un po' di peperoncino, aggiungete l'acciuga, l'olio il peperone lavato tagliato a metà, privato dei semi e del picciuolo, tagliato ancora in quarti e poi a filetti. Accendete il fuoco e fate rosolare leggermente, aggiungete l'acqua e il vino fate stufare a fiamma allegra, riducendo il liquido; unite i capperi dissalati, il tonno sminuzzato e la panna cuocete un minuto. Nel frattempo, l'acqua arriva a bollore, salate e buttate la pasta cuocete al dente e poi ripassatela nel wok per insaporire. Dicevo fresca, picchì potete potreste servirla tiepida con una macinata di pepe e se volete del prezzemolo tritato o basilico.
lunedì 29 luglio 2013
domenica 28 luglio 2013
arrivò un confortevole calduccio
Uora uora arrivau 'u cavuru, Un calduccio niente male eh? La pelle 'mmiddusa, appiccicaticcia, sudatizza; alito di vento caldo che squaglia un cristiano anche all'ombra; è l'estate di che vogliamo parlare? Ah, si di un dolcino, una crema di uova latte e amarene tenuta in frigo fino al momento in cui l'aviti a manciari e poi date una bella bruciata sulla superficie, caldo-freddo in un sol boccone.
crema bruciata all'amarena
2 uova grosse
50 g di zucchero
40 g di farina 00
12 amarene
burro
250 ml di latte
sale
zucchero di canna
sbattete le uova un una ciotola, aggiungete il latte a filo e mettete da parte. In una bastardella setacciate la farina, aggiungete lo zucchero e un pizzico di sale, mescolate aggiungendo a filo la miscela di latte e uova. Imburrate 4 cocottine in ceramica da 125 ml di capacità, distribuite sul fondo tre amarene con lo sciroppo di conservazione,
riempite con la crema di uova e coprite ogni cocottina con un foglio di pellicola. Portate a 80 °C la vaporiera, adagiate sul cestello i contenitori sigillati e cuocete a vapore per 25-30 minuti. fate intiepidire e ponete in frigo fino al momento di servire. Cospargete di zucchero di canna e, con un cannello, caramellate la superficie.
crema bruciata all'amarena
2 uova grosse
50 g di zucchero
40 g di farina 00
12 amarene
burro
250 ml di latte
sale
zucchero di canna
sbattete le uova un una ciotola, aggiungete il latte a filo e mettete da parte. In una bastardella setacciate la farina, aggiungete lo zucchero e un pizzico di sale, mescolate aggiungendo a filo la miscela di latte e uova. Imburrate 4 cocottine in ceramica da 125 ml di capacità, distribuite sul fondo tre amarene con lo sciroppo di conservazione,
riempite con la crema di uova e coprite ogni cocottina con un foglio di pellicola. Portate a 80 °C la vaporiera, adagiate sul cestello i contenitori sigillati e cuocete a vapore per 25-30 minuti. fate intiepidire e ponete in frigo fino al momento di servire. Cospargete di zucchero di canna e, con un cannello, caramellate la superficie.
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lunedì 15 luglio 2013
masculu e fimmina
Maschile o femminile, dubbi? No, solo banalissime diatribe che si disputano in Sicilia ma, sono certa, un po' in tutta Italia. E' il caso degli arancini e delle arancine siciliane. Così, tantu ppì parrari, nella zona orientale dell'isola s'acchiamunu arancini picchì hanno la forma allungata e quindi sono masculi, nella zona occidentale sunnu rotondi e ricordano una piccola arancia quindi sunnu fimmine. Haivoglia a dire ai palermitani che da quell'altra latata s'acchiamanu a n'autro modo...s'inalberano manco avissiru la patria potestà, manco se l'avissiro inventato iddi. E poi lasciatemi dire che in siciliano molte parole al femminile le trasformiamo al maschile senza tanti convenevoli come nel caso dei busiati o busiate che dir si voglia; a Trapani, che io sappia, potete chiamarle come volete non s'inalbera nessuno.
Dunque di busiate vi cuntu pasta frisca condita con il tipico pesto alla trapanese realizzato seguendo i consigli appresi a Marsala, durante il Marsala Wine 2013, nella cucina dello chef Emanuele Russo del ristorante "Le Lumie" che non finirò mai di ringraziare. Ci tengo a sottolineare che non sono trapanese, quindi la tradizione non la conosco bene bene, se avete consigli e commenti in proposito ccà sugnu e vi ringrazio
Attenti a mia:
eravamo 9 l'autra sira, impastai 750 g di farina di rimacinato con 375 g di acqua tiepida, ho fatto una palla, l'ho infarinata e messa a riposare in frigo per mezz'ora.
sappiate che non rende molto ho realizzato 1kg e 100 g di busiate e picca erano, se ne avessi fatte ancora le avremmo mangiate.
per il condimento pigghiai:
170 g di mandorle con la buccia
un generoso mazzo di basilico
1,200 g di pomodoro a grappolo
sale
pepe
olio extra vergine d'oliva
ricotta salata
4 spicchi d'aglio rosso di Nubia
pestate nel mortaio, con movimenti rotatori, l'aglio con mezzo cucchiaino raso di sale e il basilico. Tostate le mandorle nel forno, sotto il grill per pochi minuti, tiratele fuori e versatele nel mortaio continuando a pestare con gli stessi movimenti di polso.
Se avete un mortaio di misura media realizzate il pesto in due volte. Pelate i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a dadini, aggiungeteli al pesto e macinate anche questi. Versate il condimento dentro una ciotola capiente, amalgamate con sei cucchiai d'olio, pepate e aggiustate di sale. e fate riposare.
Per confezionare questa pasta ci vorrebbe il buso, ferro per arrotolare l'impasto, potete usare un ferro da calza ma vi confesso che, nella mia totale inesperienza, e secondo il mio parere, ci vuole n'anticchia di attrito che il ferro non dà e che invece ricevo dallo stecchino di legno.
Portate a bollore tanta acqua salata, versate la pasta e, dopo pochi minuti, quando sale a galla scolatela dentro la ciotola con il condimento, mescolate e servite con della ricotta salata.
Dunque di busiate vi cuntu pasta frisca condita con il tipico pesto alla trapanese realizzato seguendo i consigli appresi a Marsala, durante il Marsala Wine 2013, nella cucina dello chef Emanuele Russo del ristorante "Le Lumie" che non finirò mai di ringraziare. Ci tengo a sottolineare che non sono trapanese, quindi la tradizione non la conosco bene bene, se avete consigli e commenti in proposito ccà sugnu e vi ringrazio
Attenti a mia:
eravamo 9 l'autra sira, impastai 750 g di farina di rimacinato con 375 g di acqua tiepida, ho fatto una palla, l'ho infarinata e messa a riposare in frigo per mezz'ora.
sappiate che non rende molto ho realizzato 1kg e 100 g di busiate e picca erano, se ne avessi fatte ancora le avremmo mangiate.
170 g di mandorle con la buccia
un generoso mazzo di basilico
1,200 g di pomodoro a grappolo
sale
pepe
olio extra vergine d'oliva
ricotta salata
4 spicchi d'aglio rosso di Nubia
pestate nel mortaio, con movimenti rotatori, l'aglio con mezzo cucchiaino raso di sale e il basilico. Tostate le mandorle nel forno, sotto il grill per pochi minuti, tiratele fuori e versatele nel mortaio continuando a pestare con gli stessi movimenti di polso.
Se avete un mortaio di misura media realizzate il pesto in due volte. Pelate i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a dadini, aggiungeteli al pesto e macinate anche questi. Versate il condimento dentro una ciotola capiente, amalgamate con sei cucchiai d'olio, pepate e aggiustate di sale. e fate riposare.
Preparate la pasta prelevando un pezzo di impasto grosso quanto un'albicocca, arrotolatelo sulla spianatoia e formate un cilindro grosso quanto una sigaretta tagliatelo a 5-6 cm di lunghezza, appoggiate nel centro il buso infarinato poi arrotolatelo sulla spianatoia o tra le mani se vi viene meglio.
Un'altra versione delle busiate è quella arrotolata in forma elicoidale. Ecco come realizzarle con delle foto esplicative. Ponete il buso, leggermente infarinato, parallelo al vostro piano di lavoro e a 45° il pezzo di impasto lungo circa 8 cm e largo mezzo cm. Arrotolatelo facendo una leggerissima pressione, infine sfilatelo e ponetelo ad asciugare su una spianatoia infarinata
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venerdì 12 luglio 2013
Marsala, oro, rubino e ambra
Sfumature e trasparenze di una città unica
Porta Nuova
Palazzo Fici, dettaglio
Appassionati di vino arrivati per mare, per cielo e per le strade più diverse si sono, anzi ci siamo, versati nel centro storico, guidati dal dio Bacco e con il porta bicchiere al collo, all'affannosa ricerca della degustazione prevista sul programma; Cerasuolo di Vittoria, Nero d'Avola, Grillo, Barbera, Vini dell'Etna, Marsala e vini liquorosi di diverse annate e dalle sfumature più belle aspettavano di essere assaporate. Lo scenario che che si dipanava nelle strade dell'antico centro storico, tra rossi, bianchi e rosè, ha regalato una rappresentazione architettonica di grande pregio.
Enoteca di Palazzo Fici
Anna Maria Pellegrino e io, supportati da Anna Gentile, abbiamo raccontato il lavoro svolto insieme con Francesca Ghelfi, Anna Rita Sabbatini, Sara Milletti, Filippo Valoriani, Sara Trescari&Paolo Arcuno e Lucilla Titta nella redazione del libro "Omega Me" Trenta Editore e patrocinato da Vallè. Giuseppe Culicchia ha presentato "Marsala, dove il vino brucia come i ricordi" Racconti in Bottiglia Editore e "Venere in Metrò" Edizione Mondadori.
Capriate, Cantina Donnafugata
Le visite guidate nelle più prestigiose cantine hanno spalancato un mondo affascinante; effluvi incantatori, atmosfere sorprendenti, bellezze memorabili hanno evocato lo spirito di Bacco guadagnando l'animo degli ospiti. L'aperitivo e cena luculliana nelle cantine Donnafugata ci hanno pervasi di un incanto surreale.
"Verticale" stessa etichetta, annate diverse
Cortile, Cantine Donnafugata
Josè Rallo e il sindaco di Marsala, Giulia Maria Adamo
Trasportati sulla melodia della voce di Josè e dall'ospitalità e competenza di Antonio, i fratelli Rallo o come li chiamo io, i fratelli Donnafugata , siamo stati condotti, tra ciavuru di vino e botti di rovere tutte ben allineate, in un mondo che affata.
Saline
Nell'ultimo giorno del Marsala wine ho visitato (per la prima volta non ditelo a nessuno che m'affruntu) le saline nella Riserva Naturale Orientata dello Stagnone di Marsala.
Stagnone di Marsala, Riserva Naturale Orientata
I mulini a vento, aventi diverse funzioni all'interno del complesso sistema di produzione del sale, configurano quel luogo come portentoso. L'aria ventosa del mare, è risaputo, apre un piitto di moriri, e con questa voragine nello stomaco siamo arrivati al ristorante "Le Lumie" dove lo chef Emanuele Russo coadiuvato da Gabriele Li Mandri dell'osteria "Il Gallo e l'Innamorata" e Riccardo Sala del ristorante "Torre d'Occidente"

da sinistra Riccardo Sala, Gabriele Li Mandri e Emanuele Russo
(foto della foto, rubata a Christian Sarti)
Incocciatura senza la mafaradda
Condimento del cous cous prima della cottura
cottura nella couscoussiera a vapore e anello di farina e acqua per saggiarne la cottura
Cous cous di pesce
In ultimo, ma non per importanza, lasciatemi ringraziare i fautori dell'organizzazione del Marsala Wine 2013 e il Comune della splendida città siciliana, per l'accoglienza e la ricchezza delle attività riservate. E' stata una esperienza memorabile.
Busiati alla trapanese work in progress, come si dice in questi casi... to be continued
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sabato 6 luglio 2013
rustica ai fichi neri
le farine, diverse da quella raffinata, sono più granulose e rustiche al gusto. Il sapore prepotente dei fichi mi ha portato, mano manuzza, a scegliere un mix di due farine, quella di grano saraceno e la farina 0. Se decidete di usare una farina 00 il sapore e la consistenza saranno tutta un'altra cosa. Scegliete voi dunque.
Usate l'accortezza di rivestire la teglia con un foglio di carta forno picchì io fici dannu, imburrai e infarinai con la farina di grano saraceno per avere una patina granulosa all'esterno, ma mi s'incollò la torta sul fondo a causa dei fichi 'mpiccicusi.
Torta rustica ai fichi neri
per 8 cristiani
difficoltà: facile
tempo di preparazione: 10 minuti
tempo di cottura: 35 minuti
630 g di fichi neri
150 g di grano saraceno
100 g di farina 0
100 g di zucchero di canna
5 uova
8 g di lievito
30 g di pinoli
10 g di acqua 10 g di miele di fichi o confettura di fichi
gelato alla panna per servire
tritate grossolanamente 300 g di fichi e metteteli da parte. mescolate insieme le farine, il lievito e i fichi tagliati a pezzetti; sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere una bella massa gonfia. aggiungete il mix di farine e frutta con delicatezza e a cucchiaiate. Versate l'impasto dentro uno stampo da 26 cm di diametro, precedentemente foderato con carta forno, disponete i fichi rimasti tagliati a rondelle e i pinoli, infornate in forno caldo a 150°C per 35 minuti. Fate intiepidire prima di sformarla, sciogliete il miele con l'acqua in un pentolino e poi con un pennello distribuite sulla torta.
Servite fredda con una o due palline di gelato.
Usate l'accortezza di rivestire la teglia con un foglio di carta forno picchì io fici dannu, imburrai e infarinai con la farina di grano saraceno per avere una patina granulosa all'esterno, ma mi s'incollò la torta sul fondo a causa dei fichi 'mpiccicusi.

Torta rustica ai fichi neri
per 8 cristiani
difficoltà: facile
tempo di preparazione: 10 minuti
tempo di cottura: 35 minuti
630 g di fichi neri
150 g di grano saraceno
100 g di farina 0
100 g di zucchero di canna
5 uova
8 g di lievito
30 g di pinoli
10 g di acqua 10 g di miele di fichi o confettura di fichi
gelato alla panna per servire
tritate grossolanamente 300 g di fichi e metteteli da parte. mescolate insieme le farine, il lievito e i fichi tagliati a pezzetti; sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere una bella massa gonfia. aggiungete il mix di farine e frutta con delicatezza e a cucchiaiate. Versate l'impasto dentro uno stampo da 26 cm di diametro, precedentemente foderato con carta forno, disponete i fichi rimasti tagliati a rondelle e i pinoli, infornate in forno caldo a 150°C per 35 minuti. Fate intiepidire prima di sformarla, sciogliete il miele con l'acqua in un pentolino e poi con un pennello distribuite sulla torta.
Servite fredda con una o due palline di gelato.
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mercoledì 3 luglio 2013
tutto a crudo
Non vi potete lamentare per il caldo eh? C'è il sole ma l'aria è frischicedda, la notte dormo coperta con il lenzuolo, ma io non faccio testo, lo so bene. Riesco a sentire freddo anche d'estate mah! E chi aju 'nti vini ghiacciu? Altro che sangue caliente siculo, ghiaccio nelle vene. E va beh! Questa ricettuzza è dedicata a tutti quelli che sentono sempre caldo e non hanno voglia di accendere troppi fuochi; almeno quello per la pasta accendetelo però! Un sacrificio di otto_minuti si può fare no?
Spaghetti integrali tutto a crudo
difficoltà: facilissima
preparazione: 8 minuti
cottura della pasta: 8 minuti
calorie: a persona 622
difficoltà: facilissima
preparazione: 8 minuti
cottura della pasta: 8 minuti
calorie: a persona 622
per 4 cristiani
320 g di spaghetti integrali
uno spicchio d'aglio fresco
20 g di basilico
30 g di nocciole
30 g di olio extra vergine d'oliva
130 g di zucchina
80 ml di prosecco
1 acciuga sott'olio (5 g)
50 g di parmigiano grattugiato
80 g di tonno sott'olio sgocciolato
10 g di passolina, uva passa
sale
pepe
mettete nel bicchiere del frullatore l'aglio, il basilico, le nocciole, l'olio, l'acciuga e il prosecco, frullate e amalgamate rendendo gli ingredienti a crema, aggiungete la zucchina tagliata a rondelle e frullate a impulsi in modo da non sminuzzare troppo la verdura, mettete il condimento dentro una ciotola capiente, mescolate e condite con il parmigiano, e il pepe.
Portate a bollore abbondante acqua, prelevate 50 ml di acqua calda e mettete a bagno l'uva passa per 5 minuti, salate l'acqua in ebollizione e cuocete la pasta.
Aggiungete al condimento, la passolina strizzata, la pasta cotta al dente e un po' di acqua di cottura della pasta per fluidificare, in ultimo il tonno sminuzzato. Mescolate e servite.
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