venerdì 30 dicembre 2011

ho bisogno di cose rassicuranti


cose familiari, cose che rilassano lo spirito e la mente. Mi sembra  che la corsa al cenone abbia bisogno di una frenata, fermiamoci e rilassiamoci con una toTTa di mele; una torta pressochè classica, quasi una "torta della nonna"...io per fare aleggiare lo spirito di mia nonna Elsa, ho usato la sua teglia per la ciambella :)
Sono partita da una ricetta di Sale&Pepe del novembre 2008, ma poi lo sapete com'è e come non è, ci metto le mani e devo smurritiare fino a quando mi convince e inforno felice aspettando che il ciavuru inondi la casa.
attenti a mia.
1 mela e mezza della varietà Pink Lady o comunque una bella tritrigna (soda)
100 g di farina
100 g di farina di mandorle
3 uova
90 g di zucchero semolato
120 g di burro più un altro po' per la finitura
la punta di un cucchiaino di cardamomo macinato
una bustina di lievito
un paio di cucchiai di latte
un pizzico di sale
una manciata di zucchero di canna
sbattete le uova insieme con lo zucchero semolato, aggiungete il burro morbido a pezzetti e amalgamate con le fruste. Aggiungete la farina e il lievito setacciati, la farina di mandorle, il sale e il cadamomo. Sbattete fino ad amalgamare bene aggiungendo infine il latte. Imburrate e infarinate uno stampo per ciambella di 24 cm di diametro,  distribuite il composto a cucchiaiate, considerate che avrà una consistenza poco fluida ma niente ci fa; sbucciate le mele e tagliatele a quarti, praticate delle incisioni a libro e affondatele nell'impasto ma non troppo, distribuite sulle mele lo zucchero di canna e un pezzettino di burro. Infornate a 170°C per circa mezz'ora poi quando la toTTa avrà assunto un bel colore brunito e le mele avranno tutt'intorno ancora l'impasto bagnato, spegnete il fuoco e fate raffreddare in forno spento.
ditemi voi se, a prima vista, non viene voglia di sedersi di fronte al caminetto con una bella tazza di the caldo in compagnia di persone care.



giovedì 29 dicembre 2011

vi state preparando


gastronomicamente? Vi state ancora abbuffando o state facendo una pausa prima del gran finale? Io ho ancora degli avanzi, i ceci della pasticedda di pagina 35; vi comunico che sto per papparmi questa crema di ceci e nocciole, l'ho fatta sulo ppì mia ma se volete favorire non ci metto niente a prepararne un altro piatticeddu, dicitimmillu prima dell'una e menza però...vabè, dai, fino alle due vi aspetto :)
sulu ppì mia
500 g di ceci lessati 
una manciata di nocciole 
3 chiodi di garofano
pepe
olio extra vergine d'oliva
frullate 400 g di ceci con qualche cucchiaio di brodo di cottura, metteteli in un tegamino per scaldarli insieme con i ceci interi e qualche altro cucchiaio di brodo, la quantità dipende da quanto densa desiderate la crema.
Mettete la pietanza in una ciotola e cospargete con i chiodi di garofano precedentemente pestati in un mortaio con le nocciole, irrorate con un filo d'olio e distribuite una macinata di pepe. Vado a mangiare, ciao


mercoledì 28 dicembre 2011

e l'insalata che non deve mancare mai!


anche se sono sazia, stracolma fino all'inverosimile, l'insalata non avi a mancari mai! Mangiarla, mi da la sensazione di pulizia, di lavaggio interno, di leggerezza, nonostante abbia mangiato di tutto prima, no? E' così anche per voi? :)
Vi conto cosa c'è dentro questa cofana
eravamo 18 cristiani:
mezzo cespo di indivia riccia
una manciata di passolina (uva passa)
una mela Pink Lady
una manciata di pistacchi non salati
un cespo di radicchio variegato
mezzo cavolo rosso
5 bacche di cardomomo 
aceto di mele a sentimento (q.b.)
mezzo limone
olio extra vergine d'oliva a sentimento (q.b.)
sale e pepe 
sbucciate la mela, togliete il torsolo con l'apposito attrezzo e affettatatela molto finmente, mettetela dentro una ciotola con il succo di mezzo limone. affettate finemente il cavolo rosso, tagliate a coltello il radicchio e l'indivia. Raccogliete le verdure in una larga ciotola, unite la passolina, i pistacchi, la mela e i semi delle bacche di cardamomo, precedentemente pestati in un mortaio. Preparate un'emulsione con l'olio, l'aceto, il sale, il pepe e condite l'insalata, mescolate e servite



martedì 27 dicembre 2011

i calamari del 26

quanto si mangia in queste feste? Marò, troppo! Non sono abituata a mangiare queste quantità di cibo, fortuna che da oggi fino a capodanno, abbiamo 4 giorni pieni per ritrovare la dieta di sempre. Un modo di mangiare più semplice ed equilibrato. Vi cunto che ficimo aieri? Ho avuto i parenti qui da me, una lunga e bella tavolata festosa ha coronato questo giorno, da tempo la mia casa non si riempiva  così tanto. Il menù prevedeva, oltre l'antipasto di panuzzelli ripieni, le mezze maniche rigate con ceci e carciofi che trovate a pagina 35 del libro e questi calamari ripieni. 
per 15 calamari medi
3 scalogni tritati
pangrattato
uno spicchio daglio grosso
un mazzetto di prezzemolo
50 ml di brandy
1 tuorlo
180 g di zucchina (una)
20 g di zenzero grattugiato
70 g di pisatcchi
500 ml di vino bianco secco
500 ml di brodo vegetale
7 filetti d'acciuga sott'olio
 2 cucchiai rasi di farina 00
olio extra vergine d'oliva
sale e pepe
Pulite, con santa pacienza, i calamari; staccate i tentacoli, eliminate occhi, bocca e viscere e la pelle. Sciacquate sotto l'acqua corrente e tamponate con della carta da cucina. Mettete gli scalogni in una casseruola con 4 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva, fate appassire su fiamma moderata, unite i tentacoli tagliati a pezzetti, cuocete per pochi minuti e poi sfumate con il brandy facendolo evaporare alzando la fiamma e mescolando. Spegnete e fate intiepidire. Grattugiate la zucchina con una grattugia a fori grossi, stufatela in una padella con un paio di cucchiai d'olio, mescolate, spegnete e fate intiepidire. In una terrina mescolate i tentacoli, la zucchina, i pistacchi tritati grossolanamente, lo zenzero sbucciato e grattugiato, il tuorlo e tanto pangrattato quanto ne serve per amalgamare ben bene il ripieno, salte e pepate. Riempite con questo composto, un sac-a-poche usa e getta e utilizzatelo per farcire le sacche dei calamari per due terzi della loro capacità. Chiudete, infine, le aperture con degli stecchini.
Sporcate una casseruola capiente con olio extra vergine d'oliva, aggiungete l'aglio degerminato e tagliato a metà; rosolate le sacche da tutti i lati, unite il prezzemolo e le acciughine spezzettate, irrorate con il vino e cuocete per mezz'ora, rigirando spesso. In una ciotola  mettete la farina con due cucchiai d'olio, mescolate con una frusta a fili e amalgamate aggiungendo a filo il brodo caldo.  Poco prima della fine della cottura aggiungete la salsa preparata , amalgamate e servite.


mercoledì 21 dicembre 2011

a Natale comincio con l'insalata


per mantenermi leggera leggera! Non un'insalata così, a com'è gghiè, nonsì! Un'insalata spettacolare di quelle che ne mangeresti una cofana intera. E poi si sa, dopo un pranzo luculliano, anche se ti senti pieno come un uovo, stracolmo che potresti rotolare in discesa e con il vento a favore, l'insalata te la mangi con piacere perché ti fa digerire e ti da l'impressione che ti purifichi lo stomaco; se poi è pure buona te ne mangi un altro po'. Chista che vi propongo, non è solo buona, pure bedda è! Pensateci dunque, l'insalata ci vuole sempre.
per circa 8 cristiani a cui ci piace l'insalata
un cavolo cinese
1/2 cavolo rosso
400 g di topinambur
una mela Pink Lady
40 g di passolina rinvenuta in poco brandy o, se ci sunnu picciriddi, in acqua tiepida per pochi minuti
60 g di nocciole tostate tritate grossolanamente a coltello
un limone
un ciuffetto di menta fresca
4 alici sott'olio
4 cucchiai di aceto di mele
olio extra vergine d'oliva
sale e pepe
C'aviti a fari? Praticamente niente di difficile. Affettate sottilmente e a coltello il cavolo cinese, mettetetelo in una bella insalatiera capiente; con una mandolina a mestiere cioè professionale che permette di affettare quasi a velo, affettate il cavolo rosso e aggiungetelo nel contenitore; sbucciate la mela e affettatela sottile con la mandolina oppure con un attrezzo che la riduce a elica...me lo regalarono da pochissimo :). Ponetela in un altro recipiente e irroratela con il succo del limone, mescolate e mettete da parte. Sbucciate il topinambur, lavatelo e lessatelo  fino a quando i rebbi di una forchetta lo penetrano con delicatezza, non deve essere troppo morbido; dopo affettatelo e fatelo raffreddare. Mettete il topinambur insieme con le altre verdure, l'uvetta strizzata, la mela sgocciolata dal limone e le nocciole. Frullate la menta lavata e asciugata con le alici, l'aceto e l'olio, circa 7-8 cucchiai dipende dal vostro gusto e condite l'insalata, mescolate e servite.





venerdì 16 dicembre 2011

...è ancora tempo di castagne?

va beh, niente ci fa; per fare questi paninetti non vi servono le castagne ma la farina e quella la trovate tutto l'anno chissenefrega? Io al Natura Sì l'accattai!
'Sti panuzzelli la prossima volta li faccio con i semi di lino ci pensavo già da tempo, murmuriavo tra me e me, "li faccio così, poi ci metto i semi e bla, bla, bla". Accattai i semi e... mi scurdai. Marò ma come devo fare? Ho la testa leggìa.
Amunì, impastate 80 g di farina Manitoba, un cucchiaino di zucchero e 10 g di lievito sciolto in 150 ml di acqua tiepida. Fate riposare in un luogo riparato da correnti, coperto con un canovaccio per almeno un'ora. Impastate poi 400 g di farina Manitoba con 250 g di farina di castagne, aggiungete 100 g di strutto e un cucchiaino di miele di castagno. Fate un buco al centro dell'impasto e versate il lievito sciolto; in un angolino mettete 10 g di sale e impastate. Otterrete un impasto molto morbidoe appiccicoso. Realizzate una palla e fate lievitare per un paio d'ore nel forno spento con la luce accesa. Trascorso il tempo necessario, lavorate ancora l'impasto e realizzate delle palline di circa 70 g poggiatele su una teglia foderata con carta forno e rimettete in forno sempre spento ma con la luce accesa. fate lievitare ancora un'ora circa. Riscaldate il forno a 180°C e infornate i panuzzelli fino a cottura, circa 16 minuti. Mangiateli farciti con salumi piccanti e dai gusti decisi.
mi sa che vi toccano questi paninetti

domenica 11 dicembre 2011

quando l'emozione non mi fa ragionare più...

perdo il lume, mi faccio trascinare dalla commozione e qualche lacrimuzza scappa; il problema, poi è ricacciarla indietro, difficilissimo è. Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte una platea con tanti amici che condividono con te una grande emozione; erano moltissimi, ho nel cuore i loro visi, quelli che erano presenti e quelli che, da lontano, fremevano con me.
Ebbene il fatidico giorno è arrivato; le pagine del blog si sono materializzate in pagine fisicamente sfogliabili, ciavuruse e magiche per me che le ho realizzate. La presentazione è stata memorabile, ho fatto un bagno di amore allo stato puro, avevo davanti a me amici che ridevano e gioivano per il raggiungimento di questo traguardo. Avrei dovuto rammentarmi tutta la teoria studiata sui testi che insegnano come parlare in pubblico, psicologia delle conferenze e come modulare la propria voce per catturare l'attenzione dei partecipanti ma...niente c'è potuto, tutte cose mi scordai e pure le lacrime ho dovuto ricacciare indietro perchè la commozione mi ha incrinato la voce.
 Per non di meno a ciò vi presento il buffet che ho offerto agli intervenuti: nella foto qui sopra, la torta nera della Mercante di Spezie versione gluten free, i buccellati dentro la scatola di latta, i ciuriddi con caprino e tonno, biscotti salati al parmigiano, mandorle e rosmarino, casatiello napoletano,  bicchierini di broccoli arriminati e sfogline gluten free, bicchierini di cous cous di riso e mais alle verdure, focaccia di grano saraceno farcita con prosciutto crudo, pecorino, pere e confettura di melagrana, panini assortiti e...non è rimasta una briciola!

lunedì 5 dicembre 2011

a voi capita?

di parlare da soli? Ad alta voce? Di mummurìari? A me sempre! Quando sono sola passi, quando qualcuno mi sente cosa penserà? Mia figlia oramà non ci fa più caso, se mi sente parrari si sincera se staiu parrannu cu idda se no niente ci fa :)
Qualche decennio fa mi creavo il problema, adesso minnifuttu, ma chi se ne frega? L'apparenza inganna sembro una persona "normale" di primo acchito, invece pazza di catene sono :)
ma poi dicitimi 'na cosa...che vuol dire "normale"?  Mah!
Comunque tornando al discoSSo, mummuriavo dintra di mia che dovevo riproporre la ricettuzza dei buccellati come li faccio io. Si, lu sacciu che già ve la cuntai, ma quannu li fici la prima vota le dosi non erano precise precise. E mi dicevo: "primo o poi la devo ripostare, picchì l'azzizzai bona!" 
Come molti sanno, io messinese sono e i buccellati non appartengono alla mia tradizione. Mia figlia invece, palermitana è. E secunnu vui io non imparavo a fare 'sti biscotticeddi densi e carichi di tradizione da tramandare? 'Nza mà! Vi avverto laboriosi sono ma la soddisfazione che vi danno non si può cuntari.
Come dissi qua la ricetta me l'ha insegnata passo passo la nonnina dei tre gemellini di Capaci, manco a farlo apposta, portiamo lo stesso nome, tra noi è scattata una scintilla, mi ha insegnato delle ricettuzze favolose e io ricca mi sento! Le ricette delle nonne, spesso sono legate all'esperienza quindi non ci sono delle dosi precise, quindi oggi voglio aggiornare la ricettuzza con i miei appunti ;)
Prima però, considerando che questi sono biscotticeddi che si preparano per il Natale, voglio segnalarvi il nuovo contest di Cucinando che verte sulla ricetta della vostra tradizione che in genere non manca mai per Natale.

Come di consueto i premi di Cucinando sono speciali, messi in palio dal gruppo tedesco Zwilling e Staub, il primo specializzato nella coltelleria e negli utensili di alta qualità, il secondo specializzato in prodotti in ghisa smaltata.

primo premio Casseruola rossa da 22 cm


secondo premio coltello cuoco 20 cm PURE


terzo premio tortiera in ceramica 28 cm

Il contest consiste nell'inviare la vostra ricetta speciale, creata appositamente per il contest e pubblicata in data successiva all'inizio dell'iniziativa, cioè oggi.
Se avete un blog postate la vostra ricetta con la foto del piatto, inserendo il banner con il link a questo post di Fico e Uva. Se non avete un blog potrete inviare la ricetta a  ficoeuva@gmail.com oppure condividendola su Facebook lasciando sempre un commento al post di Fico e Uva con il link della ricetta. Il contest comincia il 5 dicembre e si concluderà la sera della Befana. Le ricette saranno valutate dalla squadra di foodbloggers:
Sara di Fico secco e Uva passa
Laura di Io così come sono
Ramona di Farina Lievito e Fantasia
Claudia di Scorza d’arancia
Valentina di L’aroma del caffè
Sarah di Fragola e Limone
Elga di Semidipapavero
Aurelia di Profumi in cucina
Anna di Anna The nice
E da Riccardo e Valentina di Cucinando. 
Al termine del contest verrà creato un pdf in cui verranno raccolte tutte le ricette che avranno partecipato. 
Adesso è arrivato il momento della mia ricetta di Natale ovviamente fuori concorso.
1 kg di farina 00
250 g di zucchero
250 g di strutto
2 bustine di vanillina 2 cucchiaini di stratto di vaniglia
2 bustine di lievito
2 tuorli e un uovo intero (la ricetta originale prevede tre tuorli)
1 cucchiaino di bicarbonato 
10 g di ammoniaca per dolci (la ricetta originale ne prevede 20g)
1arancia
1limone
250 ml di latte
Se non avete la planetaria impastate a mano ovviamente, altrimenti fate come vi cuntu io:
Nel bicchiere del Ken mettete la farina, il lievito, la vaniglia, il bicarbonato e l'ammoniaca. Montate il gancio K e mescolate al minimo. Fate un buco al centro della farina e mettete le uova e la scorza grattugiata degli agrumi; accendete la macchina e mescolate sempre al minimo. In un pentolino sciogliete lo strutto, aggiungetelo alla farina sempre mescolando. Spegnete la macchina e procedete sciogliendo lo zucchero con il latte, nel tegamino dove avete sciolto lo strutto. Mescolate e poi versate nell'impasto a macchina accesa, sempre al minimo. Prelevate l'impasto dal bicchiere, manipolatelo sul piano di lavoro con poca farina se è troppo appiccoso, fate una palla e ponetelo in un contenitore; con la mano messa di taglio incidete una croce, copritelo e portatelo a temperatura ambiente. Dopo ponetelo in frigo a riposare tutta la notte.
Preparate il ripieno:
250 g di mandorle
150 g di uva passa
150 g di zuccata (zucca candita)
100 g di cioccolato fondente
150 g di fichi secchi
50 g di miele di fichi o di api
130 g di marmellata di arance
130 g di confettura di fichi
1/2 cucchiaino raso di cannella
pochi chiodi di garofano pestati nel mortaio  
1 arancia
1 mandarino
zucchero a velo per decorare
Passate in un tritacarne l'uva passa alternandola ai fichi secchi e alla zuccata. Otterrete un impasto omogeneo. In una padella antiaderente tostate le mandorle e poi passatele in un mixer poche alla volta per non sminuzzarle troppo. Riducete a pezzetti piccoli la cioccolata oppure se volete fare prima comprate le gocce. Riunite gli ingredienti preparati in una ciotola aggiungendo la scorza degli agrumi grattugiata, unite anche la marmellata di arance (quest'anno avevo una marmellata di kumquat realizzata dalle manine sante di mia mamma e bona ci sta!), la confettura di fichi e il miele. Mescolate bene con le mani, coprite e fate riposare tutta la notte in frigo. Il giorno dopo ponete fuori dal frigo gli impasti e portateli a temperatura ambiente, dopo rimpastate la frolla su un piano di lavoro per renderla ancora una volta elastica. Se il ripieno è troppo duro aggiungete poco liquore all'arancia e rimpastatelo per ammorbidirlo.  
 Prelevate una parte di frolla e stendetela con il mattarello, con un coltello ritagliate la pasta in eccesso e realizzate un rettangolo di circa 11 per 12 o più, l'importante è che il lato corto si attesti sugli undici cm. Prelevate un po' di ripieno, stendetelo con il  coltello su metà del rettangolo, sul lato lungo.

Ripiegate il rettangolo e incidetelo a pettine senza arrivare al fondo. Ricavate degli elementi composti da due, tre o quattro "denti" e arrotolateli a guisa di riccioli.
Accendete il forno a 180°C poi abbassate la temperatura a 160 e infornate su una teglia foderata con carta forno per circa 15 minuti. Sfonate e spolverate con zucchero a velo quando sono ancora caldi. Conservate in una scatola di latta si mantengono anche più di un mese.